Mentre
il progetto Dukes Of Stratosphear riscuote inaspettate attenzioni,
l'etichetta americana degli XTC, la Geffen, coinvolta negli affari del
gruppo a partire da Mummer, contrariata dalle scarse vendite di
The Big Express, suggerisce di giocare la carta del mercato
americano, proponendo un produttore locale, e la Virgin appoggia
pienamente l'idea. L'unico ad essere conosciuto dal trio, nella rosa
delle proposte, è Todd Rundgren: David Gregory, che ne è un grande fan,
contagia con il proprio entusiasmo i compagni. Non sarà un rapporto
facile, quello tra i due compositori del gruppo, Partridge in
particolare, e il produttore. Dice Moulding: "Todd e un produttore
alla vecchia maniera, una specie di George Martin. Lo sai. Vuole
scegliere le canzoni, l'ordine della scaletta, tutto. Vuole il controllo
del disco che produce. Se ti piace l'idea, allora non avrai problemi.
Sfortunatamente Andy non era preparato a una cosa del genere, così non
ha un bel ricordo di quelle session, anche se era d'accordo, con noi, di
rivolgersi a lui. La Virgin quasi certamente contatto' Todd con la
premessa che avrebbe prodotto un disco di grande appeal in un periodo di
vacche magre nella carriera del gruppo. Suppongo si possa dire che
abbiano affiancato ad Andy un produttore che gli potesse contendere il
controllo. A me pareva una occasione da cogliere al volo, sapendo il
punto a cui eravamo arrivati. Andy rimase intrappolato nella situazione
per parecchie infelici settimane, litigando con Todd su molte cose,
anche sulla sequenza della scaletta: con l'appoggio della Virgin cercò
di cambiarla, ma non ci fu niente da fare. La cosa divertente è che fu
su insistenza di Andy che
Dear God venne esclusa dall'album. Solo per poi essere reinserita
alcuni mesi più tardi, dopo aver scoperto che era diventata un hit.
Suppongo che Todd debba essersi sentito vendicato dalla cosa. Detto
questo, fu probabilmente il disco che ci salvò la carriera".
Partridge e Moulding, che vive un momento particolarmente prolifico,
hanno incominciato a registrare i brani sul quattro piste, sviluppando
le idee di alcuni arrangiamenti orchestrali, e li hanno mandati a
Rundgren. Questi, senza interpellare nessuno, ha ascoltato, valutato,
inserito il tutto in una sorta di concept riguardante il racconto di una
vita intera vista attraverso il trascorrere di una sola giornata. Ha
pure proposto un titolo, Day Passes. Chiaro che con questi presupposti
la trasferta dei tre a Woodstock, dove il produttore ha costruito i suoi
Utopia Studios, sarà piuttosto carica di tensioni, e a un certo punto lo
stesso Colin, alla richiesta di incidere le parti di basso senza
batteria (poi smorzata nella decisione di trasferirsi in California per
registrarle con Praire Prince, batterista dei Tubes), e dopo che la sua
tecnica allo strumento è stata messa in discussione, minaccia di
abbandonare la band. Le session, in ogni caso, vengono terminate.
Rundgren non vuole che i musicisti presenzino ai missaggi, ma accetta
tutte le richieste di una lista che i tre, poco prima di tornarsene a
casa, gli hanno lasciato. Ascoltando il risultato finale a chi scrive è
sempre venuto il dubbio che, alla fine, avesse ragione Rundgren. E col
passare del tempo, scontri caratteriali e insofferenza nei confronti del
presunto sarcasmo del produttore a parte, tutti si dichiareranno felici
del risultato. Skylarking ("fare cagnara") sfoggia una copertina da
Arcadia moderna ed è bucolico, se ha ancora senso utilizzare il termine,
in un modo molto inglese. La trasformazione in gruppo pop di nobile
lignaggio (con Beatles e Beach Boys numi tutelari) è ormai completata.
Quella che è venuta fuori è una specie di mini-sinfonia in più
movimenti, senza momenti deboli e con un buon equilibrio tra strumenti
acustici, archi, fiati, e strumenti elettrici e sequenze elettroniche.
Pur
senza arrivare ai livelli di visibilità di
English Settlement, il disco viene accolto molto bene,
soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla già citata Dear God,
pezzo di cui l'autore non è soddisfatto. Visto l'argomento, la lettera
scritta da un bambino al Creatore per chiedere spiegazioni
sull'andamento del mondo, Partridge ritiene di aver messo giù le parole
in un modo troppo semplicistico. Uscita come lato B di Grass, la
canzone viene pero' trasmessa da molti dj, che ne decretano il successo.
Nonostante le minacce dinamitarde delle organizzazioni ultracristiane,
il pubblico la apprezza al di là di ogni previsione, tanto che la Geffen
ristampa il disco, inserendo Dear God al posto di Mermaid
Smiled. Dopo un 1987 in cui spicca il secondo capitolo discografico
dei Dukes Of Stratosphear, il 1988 si apre all'insegna di un motivato
ottimismo. I discografici decidono che vale la pena puntare ancora una
volta sui mercato a stelle e strisce, coinvolgendo questa volta un
produttore pop, Paul Fox, uno che ha lavorato per Boy George e gli Yes.
Questa volta i musicisti portano con sè le famiglie, e il clima
losangelino è accogliente, tanto piu' che il batterista reclutato per le
session, Pat Mastellotto, allora in forza ai Mister Mister e nel
successivo decennio membro dei King Crimson, è un loro fan sfegatato.
"Essendoci infiltrati un poco nel mercato statunitense con Skylarking,
tutti erano d'accordo che bisognasse mantenere il vantaggio", dice
Moulding,
"e un produttore d'oltreoceano sarebbe stato adatto per raggiungere
l'obiettivo. Così quando fecero il nome di Paul Fox furono felici che ci
piacesse l'idea. Avevamo sentito alcuni singoli a cui aveva messo mano e
pensavamo fosse musicalmente molto dotato. E, cosa ancora piu'
importante, avendolo incontrato alcuni mesi prima in Inghilterra, Andy
dovette pensare che, in quanto a carattere, non gli avrebbe causato
problemi. Alla fine credo che la produzione di Oranges And Lemons
sia un po' densa e incasinata, ma era la prima volta che Paul lavorava
ad un album intero, e tutto sommato non se la cavò affatto male, anche
se non sono convinto della scelta di alcune canzoni". Il disco, che
ha cambiato nome dopo un iniziale Songs Of Sixpence, è più che
discreto, lontano però dalla magia del precedente, potendo contare solo
su una manciata di brani davvero memorabili - The Mayor Of Simpleton,
King For A Day e l'elegiaca e crepulare Chalkhills And Children,
gioiello di jazz alla maniera swindoniana - a dispetto di una scaletta
di quindici tracce e un'ora di durata, e rischiando a volte di finire in
territori un po' troppo patinati e mettere troppa carne al fuoco. In
ogni caso, le college radio, e non solo, lo spingono parecchio.
Sarà il loro maggiore successo in Usa, al punto che il nuovo management
convince il riluttante Partridge a imbarcarsi in un breve tour acustico
nelle radio, pre-unplugged, e ad apparire addirittura in tv. "Siccome
il disco ebbe un certo successo, la pressione su di noi per farci fare
una tournée se ne uscì allo scoperto. Andy acconsentì a un tour acustico
nelle radio, soprattutto per tranquillizzare la compagnia discografica".
Il filmato della esibizione al Dave Letterman Show, dove il gruppo
esegue un brano di Colin Moulding, King For A Day, mostra, per
non smentire la ormai conclamata riluttanza ad apparire del chitarrista,
un Andy Partridge con tanto di cappello e occhiali scuri, sullo sfondo,
mimetizzato tra alcuni sessionmen.
Il
nuovo decennio inizia in modo piuttosto tranquillo. I tre XTC si godono
il successo americano dividendosi tra esperimenti casalinghi,
collaborazioni, produzioni. Nel 1991 iniziano a pianificare un nuovo
album, cercando un produttore. Il primo tentativo è con Chris Hughes,
già con i Tears For Fears, ma non funziona, così chiamano di nuovo la
coppia Lillywhite e Padgham: quest'ultimo, ormai lanciatissimo, accetta
di lavorare per un compenso ridotto. Viene anche reclutato un batterista
di una certa fama, Dave Mattacks, storico componente dei Fairport
Convention che a quanto pare ha manifestato la volontà di lavorare con
il gruppo, e che viene cooptato alcune settimane prima di partire in
tour con i Jethro Tull. Iniziate le prove, Lillywhite si dà
improwisamente alla macchia, impegnato a rimettere in sesto il proprio
matrimonio. Padgham, a quel punto, si tira fuori, ed è Mattacks a far
loro il nome di Gus Dudgeon, uno che ha prodotto la Bonzo Dog Doo Dah
Band (uno dei pallini di Partridge), i primi dischi di Elton John,
Space Oddity di David Bowie. Un nome prestigioso, che però nasconde
un eccentrico e poco accomodante signore di mezza età. L'ennesima
sequela di discussioni, la decisione di escludere Andy dai missaggi: un
copione già sentito ai tempi di Rundgren. Ma questa volta i missaggi di
Gudgeon non piacciono neppure alla Virgin, che estromette il produttore.
Il lavoro verrà ultimato da Nick Davis, che ha appena missato l'ultimo
album dei Genesis. Il titolo, Nonsuch, fa riferimento all'omonimo
palazzo fatto costruire da Enrico VIII nel Surrey e demolito nel 1682.
Un luogo perduto, che vive nell'immaginario, e che in qualche modo
incarna la natura di rifugio utopistico che il disco, ancora una volta
tendente alla classicità, sembra voler rappresentare.
Nonostante il rimaneggiamento produttivo, le canzoni suonano nitide e
molto più asciutte di quelle di Oranges And Lemons. "Nonsuch
ha un sacco di buoni momenti, ma ancora una volta non mi convinse la
scelta di alcune canzoni. Avevamo messo i pezzi ai voti, immagino si
possa dire che la democrazia non è stata molto gentile nei miei
confronti. Avrei voluto che alcuni tra i brani giudicati più deboli
prendessero il posto di alcune tracce selezionate. Andy e Gus sembravano
andare d'accordo, ma poi paf! Il missaggio anima sempre profonde
passioni nei musicisti. Ripensandoci, se fosse stato promosso
adeguatamente, quel disco avrebbe potuto essere un successo commerciale
ben maggiore, ma le case discografiche non amano molto gli artisti che
non fanno concerti, la loro è una specie di politica del 'se non importa
a loro, perché mai dovrebbe importare a noi?', ed è qualcosa contro cui
è molto difficile combattere".
Potrebbe essere un successo, se l'etichetta credesse un po' di più in un
brano come The Ballad Of Peter Pumpkinhead, del quale si gira
comunque un videoclip. E nella sofisticata e complessa, ma non priva di
potenzialità, Wrapped In Grey. "Pensavamo fosse il migliore
disco che avessimo mai fatto", ricorda Partridge, "e la Virgin
semplicemente non lo promosse. Si arrivò al punto che stamparono
cinquemila copie di
Wrapped In Grey senza mai distribuirle, fu come uccidere un
bambino nella culla". Siamo arrivati ad un punto di rottura. Il
gruppo ha appena incominciato a vedere i primi soldi dei diritti
d'autore sulle vendite degli album, e il fatto che Nonsuch abbia
venduto qualche centinaio di migliaia di copie non sposta di una virgola
il fatto che il contratto con la major sia assai poco vantaggioso.
Partridge, dopo la richiesta di un nuovo contratto che non viene
considerata, fa un ultimo tentativo di riconciliazione, ovviamente alla
sua maniera. Avendo in mente il discreto successo dei Dukes Of
Stratosphear, propone una compilation fittizia di parodie
bubblegum pop anni '60, con tutti i brani suonati dal gruppo
utilizzando di volta in volta un nome diverso. "Andy sembra divertito
dai progetti in cui non deve essere se stesso. A volte pure a me piace
salire su quella giostra, ma sono fermamente convinto che la musica che
ti realizza di più sia quella in cui sei te stesso fino in fondo, e
comunichi i tuoi pensieri agli altri. Avevamo fatto i Dukes con la
benedizione della Virgin ma quando vendemmo loro l'idea della
compilation li gettammo in uno stato di completa incredulità. Fu come se
ascoltassero Springtime For Hitler per la prima volta.
Era comunque una idea appena abbozzata". Il rifiuto della Virgin è
la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Su suggerimento di Dave
Gregory la band, impossibilitata a migliorare il proprio status,
utilizza l'unica arma a disposizione: entra in sciopero.
|