XTC: Song Stories

tradotto in italiano da Roberto Galli

THE EXCLUSIVE AUTHORIZED STORY BEHIND THE MUSIC - XTC & NEVILLE FARMER
Published by Hyperion USA and Helter Skelter UK, October 1998 - ISBN 1-900924-03-X


Buy it now

 


 

PROLOGO

 

E’ triste il fatto che molti dei fan degli XTC non li abbiano mai visti suonare dal vivo. Io sono stato fortunato. Io li ho visti suonare alla fine degli anni settanta, sia con Barry Andrews che con Dave Gregory, al Barbarella’s Club di Birmingham in Inghilterra. Gli XTC, malgrado la pioggia di sputi di punk idioti che pensavano in quel modo di rendere loro omaggio, il rumore assordante e il caldo soffocante, avevano la più elettrizzante presenza live che avessi mai visto. In entrambe le occasioni sono finito inzuppato di sudore, senza voce dal tanto cantare, e alzato da terra di sei pollici per l’euforia. Per la musica dal vivo erano tempi eccitanti , e avevo visto alcuni gruppi fantastici in posti molto piccoli, ma gli XTC erano il gruppo migliore che avessi mai visto e che mai avrei visto in futuro. Quando smisero di esibirsi dal vivo piansi, come fecero molti altri fan. Ma sono rimasto aggrappato a quello che facevano, e ho seguito la loro musica, attraverso gli sviluppi e i cambiamenti, accontentandomi del più distaccato dei media, sia esso disco o CD.

Nel 1986 John Best, pubblicitario della Virgin, mi mandò una cassetta dalla copertina bianca, con su tre canzoni degli XTC, e con scarabocchiate sul cartoncino che accompagnava il plico le parole: Commentale, per favore. E’ inusuale che una casa discografica richieda un’opinione ad un redattore di riviste sull’alta fedeltà. Mi sentii abbastanza lusingato, soprattutto perché ero un fan del gruppo. Le canzoni erano “Grass”, “Extrovert” e “Dear God”. Le ascoltai e chiamai John Best immediatamente. “Sono splendide, ma sono nell’ordine sbagliato”, dissi. “ ‘Dear God’ sarà un successo”. John era d’accordo con me, ma mi disse che con il nuovo album volevano sfondare in America, e per questo erano preoccupati di non offendere la gente. “E’ proprio per questo che dovreste farne il singolo. La pubblicità che ne deriverà ne varrà la pena”. Mi informò che non sarebbe nemmeno apparsa sull’album. Disse che sarebbe stato un lato B e che ad Andy Partridge, leader degli XTC, nemmeno piaceva. “E’ folle!”, dissi. “Vuoi dirglielo in faccia?” mi chiese John. Io risposi: “Com’è vero che Dolly Parton dorme supina.”

“Tu sei folle!” dissi ad Andy quando lo incontrai. “Lo soooo!”, brontolò, stanco di sentirsi ripetere la stessa cosa per l’ennesima volta. Ma era ostinato e non voleva cambiare il suo modo di pensare – peculiarità questa che ha spesso condizionato la carriera degli XTC. Diventammo amici, come in passato è stato permesso ad altri pochi fan. Da quel momento avrei iniziato a conoscere la sincerità, la normalità, le risate e le frustrazioni che rendono gli XTC quello che sono. Anche Dave Gregory e Colin Moulding rivelarono di avere i piedi per terra, di appartenere a quella rara razza di musicisti che non si considerano superiori ai semplici mortali. Dave e Andy hanno anche scritto per la mia rivista alcune recensioni, nonostante Andy sia ricco di giochi di parole e quindi poco pubblicabile, e Dave non abbia l’istinto omicida del critico musicale.

Durante questi anni di conoscenza degli XTC, sono stato partecipe di informazioni privilegiate del genere che normalmente non si vorrebbe condividere con il miglior amico, una posizione difficile per un giornalista. Ma Andy, Dave e Colin sembravano non preoccuparsene, e la loro fiducia ha garantito la mia lealtà nei loro confronti. E’ stato solo quando Andy mi ha chiesto di scrivere questo libro che mi sono sentito in diritto di parlare. Andy mi ha detto, “Sii sincero, non tirarti indietro”, e sono rimasto sorpreso dalle schiette discussioni che abbiamo avuto durante la preparazione del libro. Ci sono cose che ho tralasciato volutamente. Alcune potrebbero causare contrasti all’interno della band, altre non lascerebbero ai fan alcun mistero da gustare. Nelle canzoni ci sono ancora numerosi tesori nascosti da stuzzicare e da tentare. Detto questo, ho cercato di scrivere il libro che, come fan degli XTC, avrei voluto possedere; da consultare mentre ascolto i loro dischi; da studiare per fregare gli altri fan; per scavare ancora un po’ nel profondo di una band che ha sì un’immagine pubblica molto limitata, ma che è circondata da una grande quantità di affetto.

I miei capelli grigi, il tic nervoso, il terapista a tempo pieno, e i vestiti disegnati per le persone con problemi di incontinenza, mostrano lo stress che mi ha procurato lo scrivere questo libro. Ma è stata un’impresa d’amore. Resa possibile solo grazie ad un gruppo d’amici e di contatti che ritengo giusto ringraziare prima di proseguire. Così la mia gratitudine va a: Andy Partridge, Colin Moulding e Dave Gregory per ovvie ragioni e per quelle meno ovvie. Erica Wexler, Holly e Harry Partridge, Kitt Sands che da tempo è sofferente, Paul Bailey, e Jennifer Lang e Bob Miller dell’Hyperion. John Best per l’introduzione personale, e Malcom Green, Jon e Chas Bridger e Liquid Lil per avermi reso un fan degli XTC. Gill Paul, Jenny Todd, Sarah Miller, e Marion Kaempfert per i consigli ed il supporto. Christina, Roger, e Ruby Randall-Cutler, Steve Cope, Fiona Davies, Kathy Varley, Dave Beevers, Debbie Bonham e Peter Bullick della Sound Discs, Kate Berridge, e K Newman per essere le mie stelle nei momenti di sbandamento. Peter Gabriel per avermi dato la libertà di scrivere a modo mio piuttosto che nel modo in cui voleva Jim Charlton. John e Christina Leckie, Paul Fox, e Franne Golde, Haydn Bendall, Prairie Prince, Allan Botchinsky, Deni Bonet, e Richard Coward per l’illuminazione, l’esempio e l’alloggio. Kelly e Imogen della Virgin. Simon Sleightholm e Becky DiGregorio per l’aiuto entusiasta e incommensurabile. Anthony MacKenzie-Farmer, Beth e Gordon Roberts, Sian, John, Amy, Ellie, Megan, e Blake O’Neill per essere la mia famiglia. Pam Robbins della Red Cross Parcels. E Jane Robbins – santo cielo! Vi voglio bene per aver sopportato tutto questo! So che molti di voi avranno saltato questo pezzo, ma se lo state leggendo e se vi piacerà leggere il resto del libro, dovete ringraziare molto anche loro. Se lo meritano.

Neville Farmer

Cottage di John Lecky

West Wycombe

Buckinghamshire

England

Gennaio 1998