“Detesto i
rockumentary – esordisce perentorio Andy Partridge –
Sempre le stesse storie senza mai un lieto fine:
litigano, si fanno causa, ne muore uno, poi un
altro, a volte muoiono tutti e se sopravvivono si
odiano. Sempre a parlare di droghe e di donne e poi
a un certo punto compare il lugubre tastierista di
un gruppo prog. Non vi azzardate a metterlo anche
qui!” Cambio immagine, primo piano di Rick Wakeman:
“Gli XTC, sì me li ricordo…”
Gli XTC non sarebbero tali
senza l’umorismo micidiale, l’impronta del loro pop
haute couture: creativo, divertente, impeccabile.
“L’unica cosa per cui vale la pena fare un
documentario sugli XTC – continua Partridge – è che
non ci sono le solite cazzate come nel 99% delle
rock band. Noi non siamo musicisti rock and roll, il
nostro è un pop gentilmente esplorativo”.
Diretto da Roger Penny e
Charlie Thomas per Special Treats, da un’idea di
Yvonne Wootton, in 70 minuti This is Pop racconta un
gruppo tanto geniale quanto bistrattato dalla Dea
Fortuna del music business. Dovrebbero essere
miliardari come i Beatles o gli Stones, invece sono
il più rispettato dei gruppi di culto. Con una regia
e un montaggio brillanti, il documentario usa
l’effetto tilt-shift per miniaturizzare le immagini
del paesaggio. Quelle del plastico con le
ricostruzioni di scene della campagna inglese del
primo Novecento e la ferrovia sono state girate al
Pendon Museum nell’Oxfordshire. Un body-scanner
portatile e una stampante 3D hanno prodotto le
statuine dei quattro musicisti con i loro strumenti.
Fanno il resto immagini di archivio e interviste a
Clem Burke dei Blondie, Dave Mattacks dei Fairport
Convention (che suonò in Nonsuch), Stewart Copeland,
John Grant, al produttore John Leckie e
all’ingegnere del suono Hugh Padgham, oltre ai
quattro XTC.
Mentre il trenino corre nel
microcosmo swindoniano, in sottofondo suona una
medley micidiale che già nei tre minuti e mezzo in
apertura sintetizza un songbook spettacolare.
Canzoni che letteralmente rimettono al mondo. E
pensare che Andy Partridge da grande voleva fare il
fumettista, tipico dei bambini abituati a stare da
soli, per giunta con una madre ossessiva compulsiva
che non gli permetteva di portare gli amici a casa e
gli buttava via i giocattoli. “Forse per questo i
giocattoli mi piacciono ancora, adesso nessuno me li
può gettare via!”, dice davanti a un pianoforte
verticale ricoperto di ninnoli.
Per fortuna aveva l’età giusta quando è esplosa la
psichedelia: “E’ successo tutto insieme: mi sono
scesi i testicoli quando il pop è diventato
multicolor”. L’unica via di fuga dalle case popolari
della zotica e arretrata provincia inglese era la
musica, e siccome non riusciva a imparare le canzoni
degli altri, cominciò a scrivere le sue, trovando
complici eccellenti: Colin Moulding e Terry Chambers,
a cui si aggiunse per un tratto il tastierista Barry
Andrews, poi sostituito da Dave Gregory. “Accordi e
ritmi complicati, liriche ricche: che cos’è questa
nuova musica? Punk? New wave? Per me era solo musica
pop: concisa, tagliente, leggermente futuristica.
Non c’era bisogno di creare un altro sottoghetto,
era solo pop music”, dice Partridge dei loro esordi.
Preziosi sono gli aneddoti
sulla nascita delle canzoni: la serendipità di un
accordo-non accordo sbagliato dal suono medievale in
Senses Working Overtime o la decostruzione di Making
Plans for Nigel: “Alle prove Colin suonò tre o
quattro accordi alla chitarra. La melodia ci piacque
molto, era antica, sembrava Gilbert O’Sullivan o la
canzone di un musical. Colin la suonò su una
chitarra classica e noi di certo non potevamo farla
in quel modo, così l’abbiamo completamente smontata.
A Terry ho fatto suonare un ritmo sottosopra, un
batterista per suonare così deve pensare al
contrario” spiega Partridge, mentre Terry Chambers
aggiunge: “Colin al basso cerca di copiare quello
che fa il tom tom, un suono tribale reso micidiale
da Hugh Padgham, Dave Gregory suona staffilate con
la chitarra a cui Andy sovrappone il suo riff”.
Drammatico invece è il racconto del perché gli XTC
smisero di andare in tour: attacchi di panico,
agorafobia, forte disagio mentale causato da una
repentina e sconsiderata sospensione del Valium che
Partridge prendeva fin da ragazzino. La partnership
Partridge-Moulding si scioglie nel 2006. A
quarant’anni da White Music, il loro primo album,
Moulding è ottimista: “La gente finalmente ha capito
e apprezza quello che abbiamo fatto, ma c’è voluto
tanto di quel tempo!”, dice ridendo. Se la ride
anche Partridge quando senza false modestie afferma:
“Abbiamo cominciato bene e siamo andati migliorando.
Non sono in molti a poterlo dire. Gli XTC sono
unici, il risultato della tensione collettiva tra i
componenti. Ci siamo trovati e abbiamo realizzato un
veicolo magico, fenomenale, addetto al trasporto
della gioia, su cui tutto il mondo può viaggiare.
Salite e divertitevi”.
Che il Dio del Pop vi benedica e vi protegga sempre!
La vostra umile fan.
XTC – This is Pop è andato in onda a ottobre su
Sky Arts nel Regno Unito e a gennaio su
Showtime negli
USA. Un giorno potrebbe diventare un dvd. Quel
giorno sarà un bel giorno.
Il
sito della band. |