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XTC - Wasp star (Apple venus vol. 2)

Con tutto l'amore possibile, a Andy Partridge va assegnato il Pinocchio d'Oro per avere annunciato che questo nuovo album sarebbe stato completamente diverso da Apple venus vol. 1, "l'altra faccia degli XTC", più grintosa ed elettrica. In effetti non è così: vero che l'architettura non è più sempre e severamente orchestrale ma, per quanto smarriti e più o meno rock, gli XTC sanno ritrovare la spigliata brillantezza anche un po' sgherra delle pagine migliori. Insomma, tra la Mela e la Stella non c'è soluzione di continuità, ciò che farà piacere ai molti estimatori di Venere ma lascerà quanti come noi trovano che gli ultimi XTC siano barocchi, troppo carichi di profumi e sapori e mollezze. Non convincono i ritmi, eccessivamente pacati e 'seduti', e si rafforza il sospetto che la perdita di Dave Gregory sia più grave di quanto immaginato in un primo tempo. Ciò non toglie che varie canzoni siano piacevoli e divertenti: 'Stupidly happy', per esempio, la beateggiante 'I'm the man who murdered love' o 'In another life', con un arrangiamento retro che non sarebbe dispiaciuto a Dickens.

Riccardo Bertoncelli - Musica di Repubblica n. 240 / 25 Maggio 2000

 


 

XTC
WASP STAR (APPLE VENUS VOLUME 2)

Abbiamo atteso sette anni per un nuovo disco degli XTC, per poi vedercene recapitati tre nel giro di quindici mesi. Troppa grazia. E il pensiero che Partridge & Moulding avrebbero anche potuto diluirli nel tempo, con beneficio loro a dei fan. Ma, si sa, è arduo divincolarsi da certi contratti (leggi Virgin) e nell'intercapedine legalmente necessaria a smarcarsi, i due hanno composto. Composto. E poi ancora composto. Apple Venus un anno fa. Poi gli scarti di produzione. Infine, come da titolo, la seconda meta della "venere". 

Quella più rock, laddove la prima svelava fattezze sinfoniche. Nulla che davvero non vada in Wasp Star, che si richiama a classici del duo come Skylarking (Playground) e Nonesuch (I'm the Man Who Muredered Love). Se non la brillantezza melodica, che talvolta latita (Standing in for Joe, Wounded Horse): dettagli destinati ad affiorare presso i viziatissimi ultra del gruppo. E che pur non oscurando la perfezione formale di alcuni passaggi - this is pur sempre pop reclamano Church of Women, The Wheel and the Maypole, We're All Light - ricordano quanto siano distanti i piani per Nigel, le torri di Londra e il sergente Rock. E non solo cronologicamente.

Rossano Le Mele - Rumore n.101 Maggio 2000

 


 

XTC
"Wasp Star [Apple Venus Volume 2]"

"Lighter and Cheerful". Parola di Andy Partridge. Più leggero a divertente di "Apple Venus Volume I". E in effetti le prime due canzoni del nuovo disco degli XTC - più volte annunciato e rinviato, come ormai abitudine per la band di Swindon - sono come un soffio d'aria primaverile dopo un lungo e rigido inverno."Playground" - con un tagliente riff di chitarra elettrica, un coro di bambini e un andamento altalenante - è un'apertura solare e tipicamente XTC. Sembra quasi impossibile che una canzone così intimamente inglese possa attrarre chi inglese non è, eppure la forza degli XTC è anche in questa adesione profonda alle proprie radici culturali e al proprio modo - ironico, poetico, disincantato - di vedere la realtà.
Dalla porta spalancata di "Playground" si entra nel giardino degli XTC a subito si resta impigliati nella ragnatela colorata di "Stupidly Happy", una filastrocca micidiale e diabolica. Ed è appena I'inizio. Una volta irretito I'ascoltatore, Partridge e Moulding continuano a colpirlo con melodie insinuanti, cori avvolgenti e incredibili fraseggi di chitarre elettriche.
Sembra proprio che con "Wasp Star" i due XTC rimasti abbiano voluto dar fondo a tutto I'armamentario stilistico e poetico elaborato in anni e anni di onorata carriera. Potrebbe perfino succedere - come del resto è accaduto in Giappone per "Apple Venus Volume I" - che un nuovo e numeroso pubblico si accorga di loro e spezzi, almeno per qualche tempo, I'incantesimo che vuole gli XTC cristallizzati nel ruolo di `gruppo di culto' per eccellenza.
"In Another Life","My Brown Guitar" e "Boarded Up" scivolano dolcemente una dietro I'altra fino a "I'm The Man Who Murdered Love", agrodolce e irresistibile XTC song, provvidenziale per disperdere la nebbia della malinconia incombente. Difficile scegliere un titolo fra le restanti cinque canzoni. Forse "Church Of Women", con il suo splendido assolo di chitarra, ma il parere è assolutamente personale e arbitrario. Partridge e Moulding non ce ne vogliano...

Giancarlo Susanna - Rockerilla n. 237 Maggio 2000

 


 

XTC
WASP STAR APPLE VENUS VOLUME 2

La chitarra distorta, il drumming potente e le solari armonie vocali che con Playground aprono I'album fanno capire subito che gli XTC sono davvero tornati e fermamente intenzionati a mantenere le promesse. Se Apple Venus Vol. 1 era un entusiasmante viaggio nel pop orchestrale più sofisticato e raffinato mai partorito dalle geniali menti di Andy Partridge e Colin Moulding (Dave Gregory se n'è andato da un paio d'anni, questo secondo volume intitolato "Wasp Star" riporta gli XTC a quelle sonorità più spiccatamente elettriche che fecero la fortuna di "Skylarking" (1986), "Oranges and Lemons" (1989) e "Nonesuch" (1992). Seppur lontani dalle nevrosi elettriche degli esordi, Partridge e Moulding sono ancora capaci di confezionare dodici canzoni frizzanti dominate dalle chitarre elettriche, da rnelodie spumeggianti e mai banali e da testi assolutamente godibili come sempre sul filo dell'ironia.
Qualcuno ha gia detto che i due alchimisti sono oggi gli unici depositari rimasti (assieme a Paul Weller, Elvis Costello e, forse, Joe Jackson) della memoria storica di quel pop inglese nato alla fine dei '70 e sopravvissuti alle ondate punk e new wave con le quali sovente sono stati inizialmente confusi.
Stupidly Happy è perfetta nella sua quasi sciocca semplicità nel comunicare alla perfezione il sentimento di "stupida felicità" che una canzone pop deve saper trasmettere. Nove brani sono a firma Partridge, un signore inglese di mezza età che, abbandonati da tempo i clamori a gli imbarazzi derivanti dall'esibirsi dal vivo, ha scelto di confezionare le delizie XTC esclusivamente in studio, e tre di Moulding la cui voce non è un granchè, ma la cui penna non sfigura accanto a quella del compare, come testimoniano "In Another life", la scarna "Boarded Up" e la kinksiana "Standing in for Joe".
I palati più fini noteranno che "Apple Venus Vol. 1" era ben altra cosa, ma anche qui ritroviamo quella verve e quei guizzi di genialità che da parecchio tempo mancano dalla maggior parte delle produzioni inglesi: 'My Brown Guitar", "We're all light" e la conclusiva "The Wheel and the Maypole" sono tutte arricchite da armonie vocali sapientemente intrecciate a costruire quei piccoli gioiellini (nel senso che trasmettono gioia all'ascolto) che sono le canzoni degli Xtc. Tra tutte spiccano la solare I'm the man who murdered love (se avete amato "la ballata di Peter testa di zucca" non potete lasciarvela sfuggire), I'ironica Wounded horse la sincopatissima You and the clouds will still be beautiful e Church of women, forse la più articolata canzone dell'album, con quelle aperture armoniche sempre in grado di stupire, divertire e far pensare che ancora oggi gli XTC sono i più accreditati esponenti di un pop inglese in technicolor. Entrare nella loro musica equivale a scorazzare in un coloratissimo paese dei balocchi.

Marco Grompi - Buscadero n. 214 Giugno 2000

 


 

XTC
Wasp Star (APPLE VENUS Volume 2)

Finalmente esce l'attesissimo secondo capitolo di Apple Venus. II prim ci aveva colpiti dritti al cuore (e anche al cervello) con quelle melodie pop orchestrate con un gusto originalissimo, lontano mille miglia dall'appiattimento del pop nel 1999. Questo secondo capitolo ribadisce in qualche modo il concetto già enunciato attraverso le canzoni di Apple Venus Volume 1 (reinventare il pop all'interno della sua struttura standard: la forma canzone), ma con meno forza. Se infatti nell'ultimo lavoro gli XTC avevano creato canzoni degne di essere considerate 'pop da camera', qui sembrano pericolosamente accostarsi ai luoghi comuni (Beatles, soprattutto). Uno 'sbaglio' imperdonabile? No, se le canzoni fossero belle. Invece, un po' per la struttura delle armonie (subdolamente minimale, cerebrale), un po' per l'incedere mai lineare della voce, sia pur giocando con riff , melodie pop e l'armamentario tipico della canzone (strofa, ritornello, strofa), suonano in qualche modo sfuggenti, incomprensibilmente pop e allo stesso tempo d'elite (come già fece Brian Eno ai tempi di Taking Tiger Mountain), o, come recitano in Stupidly Happy, stupidamente felici... fin troppo stupidi, fin troppo felici...
Voto: 6
Perché: è un disco che non prende una posizione precisa e alla fine non è né pop né qualcosa di innovativo. Ibrido mal riuscito.

Gian Paolo Giabini - Jam n. 61 Giugno 2000

 


XTC - Homegrown
Idea Records

Continua l’originale politica degli XTC di pubblicare, qualche mese dopo i loro dischi ufficiali, una raccolta dei demo dei brani in essi contenuti. Così, se le versioni primordiali delle canzoni racchiuse nell’ottimo Apple Venus avevano visto la luce su Homespun, ecco che i provini di Wasp Star sono ora riuniti in questo Homegrown. Si tratta, come suggerisce il titolo, di registrazioni casalinghe, realizzate alternativamente da Andy Partridge o Colin Moulding, a seconda di chi di loro è l’autore dei singoli episodi, in completa solitudine e con mezzi spesso a bassissima fedeltà. Il risultato? Un ottimo spaccato del metodo di lavoro di due dei maggiori compositori di musica pop attualmente in circolazione. Il fan completista, perché è soprattutto a lui che un simile prodotto si rivolge, avrà quindi la possibilità di ascoltare episodi quali Playground, My Brown Guitar, qui intitolata Some Lovely, oppure You and the Clouds Will Still Be Beautiful in una veste più scarna ma non meno affascinante dell’originale, facilitato nel compito da un ricco apparato di note che raccontano la genesi delle varie composizioni. Gli episodi più interessanti sono tuttavia quelli dei quali vengono presentati due o addirittura tre provini – è quest’ultimo il caso di I’m the Man Who Murdered Love e The Wheel and the Maypole – che permettono di capire quale sia la distanza a volte abissale che separa l’idea di partenza dal risultato definitivo. Non sono quindi poche le piccole sorprese che riserva l’ascolto di Homegrown che, croce e delizia dei collezionisti, nella versione giapponese è arricchito da due inediti, Didn’t Hurt a Bit e Bumpercars.

 

Aurelio Pasini - Il Mucchio Selvaggio n. 447 - 19 Giugno 2001

 

 

 

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