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SKYLARKING

 

XTC - SKYLARKING

Non c'è bisogno di mettersi in contatto con i quattro Fan-club ufficiali degli XTC (il Limelight in Inghilterra, il Little Express in Canada, l'Ecstasy in Giappone e il Lumiere in Francia) per raccogliere qualche altra opinione che funzioni da supporto alla nostra. Noi, e parlo a nome di tutti quelli che hanno amato il gruppo di Andy Partridge e Colin Moulding sin dai tempi del primo "White Music", sappiamo quanto basta. Siamo capaci di riconoscerli al primo attacco di chitarra, di scovare i loro dischi anche con una benda davanti agli occhi, di avere un giovane amico (una strana figura di "angelo custode") che chiamiamo Nigel e per il quale continuiamo a fare progetti. Dopo aver gettato dal finestrino del loro "Big Express" tutte le valigie new wave ed aver superato senza scosse la stazione fantasma dei Dukes Of Stratosphear, gli XTC hanno tirato il segnale d'allarme. Allergici al contatto continuo con lo show-biz, stanchi delle tournée forzate per un pubblico da museo delle cere, hanno ormai da più di due anni detto addio al circo rock, ai voli intercontinentali, alle vecchie reliquie punk e new wave. Il rapporto esistente tra gli XTC e tutti gli altri gruppi superstiti della loro generazione è lo stesso che c'è tra una mongolfiera ed un'aspirapolvere. Liberali dalle costrizioni della riproduzione scenica delle loro canzoni, gli XTC hanno dato il libero sfogo ai loro istinti esploratori. 
Skylarking ci mostra un gruppo unico e inqualificabile, un gruppo che continua a suggerire la medicina dell'intelligenza ad un'Inghilterra in decomposizione. La decisione di Partridge & Moulding di abbandonare definitivamente il mondo dei laser, dei fumogeni e delle colonne di amplificatori si dimostra essere stata ancor più che una scelta una necessità. Loro non hanno mai nascosto di essersi deliberatamente appropriati dello stesso destino dei propri gruppi-feticcio che hanno finito da un momento all'altro di suonare in concerto, che si sono chiusi in studio e che hanno attaccato alla maniglia della porta la targhetta "do not disturb" (Beatles, Small Faces, Steely Dan). Ed è per questo motivo che l'incontro degli XTC con Todd Rundgreen, il loro nuovo produttore, vero regista di questa operazione, va considerato come una naturale e coerente appendice dei loro volontario esilio. Insieme a Rundgreen, gli XTC sono riusciti a confezionare un prodotto ricco di esposizioni melodiche, di costruzioni audaci e geniali, di canzoni talmente perfette da far venire il capogiro. 
Gli XTC restano ostinatamente un disperato prodotto senza catalogazione: niente cuore, niente immagine, nessun vessillo da sbandierare. Skylarking è l'album di un gruppo che si sente maturo al punto di pensare che nulla è più possibile oltre i tre minuti di una canzone. Gli stili passano di moda. Le mode perdono lo stile. E' per questo motivo che nell'album c'è spazio per tutto: dai vecchi vestiti da "protestante cromwelliano" alla divisa dello Swindon Football Club. Skylarking è l'album più sereno e trasparente degli XTC. Tre eccentrici maestri nella sottile arte dell'ironia. Tre eroi di un esercito di disertori che hanno deciso un bel giorno di lasciare i fumi acri dei campi di battaglia e di rinchiudersi in un bunker isolato dal resto dei mondo. E' da lì che provengono le quattordici canzoni di Skylarking. Ed è davvero strano tutto l'amore che riescono a trasmetterci. Verrebbe quasi voglia di fondare un quinto Fan-club.

Giampiero Vigorito 9½/10 - Rockstar n. 75, Dicembre 1986

 


 

XTC - SKYLARKING

Distratti dalle mirabolanti imprese dei DUKES OF STRATOSPHEAR, non ci siamo accorti che sono passati due anni da THE BIG EXPRESS, ultime notizie in studio di Partridge & XTC. Il bello degli Swindoniani sta proprio in questo: non danno assuefazione, si fanno trascurare e anche dimenticare per un po' ma quando li ritrovi (non è detto che sia un nuovo disco, basta una melodia rinfrescata, un hook che ritorna a far scattare la sua trappola) è bello e divertente. Possiamo scommettere su di loro per il futuro? Un posto nemmeno piccolissimo nella Esposizione Universale Definitiva del Rock: padiglione della pasticceria britannica, a non troppa distanza da Kinks e Beatles. Se vinceremo la scommessa, un po' di merito sarà anche di questo SKYLARKING. Nella discografia XTC è facile individuare dischi più freschi e importanti, da ENGLISH SETTLEMENT, l'opera più matura, a BLACK SEA, il topos davvero originale (sentite questa: BLACK SEA sta a ENGLISH SETTLEMENT come REVOLVER sta a SERGEANT PEPPER'S); ma poche pagine sono ben confezionate come questa, e, a ben guardare, proprio da ENGLISH SETTLEMENT gli Estatici non rivelavano una vena compositiva così felice. La combinazione del primo disco "americano" degli XTC e la presenza del geniale ma pestifero Rundgren ha messo in allarme i fans, che però faranno bene a tranquillizzarsi. Certo Rundgren non è un produttore discreto e vuole aggiungere qualche spezia delle sue al lattemiele di Partridge e Moulding; gli archi di SACRIFICIAL BONFIRE e 1000 UMBRELLAS, per esempio, sono idee certamente sue, e non è che i nostri si muovano agevolmente nel rosolio. 

Però in generale in Runt ha bene inteso lo spirito sbarazzino degli XTC e non l'ha soffocato, spendendo bene la sua energia piuttosto a ritoccare, vestire bene, a curare la rilucenza di un sound che non a caso ha fama di essere brillante. Lo ammiriamo soprattutto per quello che ha fatto in SUMMER'S CAULDRON, dove insetti e uccellini al computer suonano le percussioni (ascoltare, è divertentissimo); e nei passaggi più sixties, che non sono pochi, dove ha sparso sulle chitarre di fiaba ricostruita secondo le originali formule del '67 britannico. Disco di umori balzani, torta farcita a più piani e a più strati (anche questo "tanto" è dono di Rundgren, ci pare), SKYLARKING passa con naturalezza dalle melodie al rock spastico, preferendo quelle a questo, e si spinge fino al jazz (THE MAN WHO SAILED AROUND HIS SOUL). Ubriachi forse dopo ripetuti ascolti, troviamo tracce di Lucio Battisti elettronico in ANOTHER SATELLITE, di Bee Gees in GRASS (deliziosa, un inno XTC dei migliori), di ultimi giorni di Liverpool in BIG DAY (una outtake dei Duchi Stratosferici?) e nella coda di EARN ENOUGH FOR US, modellata probabilmente sul figurino di EIGHT DAYS A WEEK. Non ne chiederemo ragione a Partridge, ci ha già risposto tempo fa: "La nostra è una versione onirica della musica a cui siamo stati esposti nella nostra età più impressionabile, tra i 10 e i 20 anni. Ora che è il nostro turno di comporre canzoni, altro non facciamo che espellere contraffazioni sminuzzate/interpolate un po' guaste dei nostri ricordi".

Riccardo Bertoncelli - Rockerilla

 


 

XTC - SKYLARKING

A guardarli in faccia sembra strano pensare che Andy Partridge, Colin Moulding e Dave Gregory siano i più grandi talenti del moderno... no, suona troppo squalificante chiamarlo semplicemente "pop". Diciamo allora che il gruppo britannico costituisce da sempre un illuminante esempio di acume musicale, di genialità e di buon gusto, al di là delle sterili etichette e di insensate categorizzazioni. Prova ulteriore di ciò è racchiusa nei solchi di questo SKYLARKING, l'ennesimo, appassionante capitolo di un romanzo che non cesserà mai di stupire con la sua trama scorrevole, indice di un grande equilibrio creativo, e con un estro che si esalta in improvvisi colpi di scena. Rispetto ad altri episodi della nutrita discografia XTC, SKYLARKING appare più soffice e lineare: i 14 brevi brani, legati assieme in due "suite", sono infatti caratterizzati da atmosfere in linea di massima delicate e avvolgenti, senza supporti ritmici particolarmente incalzanti o soluzioni grintose; è un album "estatico" e raffinato, ricco di ottimi spunti di arrangiamento ma privo di eccessivi orpelli che avrebbero potuto appesantirlo e renderlo meno godibile e meno agile nel suo zigzagare fra armonia e ironia. In SKYLARKING le canzoni scorrono via fluide, suscitando consensi tutt'altro che di circostanza: niente banalità, niente commercialità vacue ed irritanti, ma una Musica (con la M maiuscola) piacevolissima all'ascolto e pressochè perfetta sotto il profilo strutturale, dove ogni attimo nasconde una sorpresa ed ogni suono un minuzioso lavoro di cesello. Insomma, il solito gioiello, che forse non possiede la forza d'impatto di alcune opere precedenti ma che sicuramente rimpinguerà la schiera di sostenitori di Partridge e soci: brano trainante del disco è infatti una certa GRASS, sostenuta promozionalmente da uno dei video più irresistibili degli ultimi anni, che ha la capacità di "stregare" chiunque si imbatta nelle sue note. 

Federico Guglielmi - Il Mucchio Selvaggio

 


 

XTC - SKYLARKING

Salutiamo negli XTC gli unici veri eredi di tutti quei musicisti britannici eccentrici, commedianti agrodolci, che fecero la fortuna della psichedelia inglese prima, della Canterbury School poi. Di costoro, Andy Partridge e Colin Moulding si riconoscono omologhi se non seguaci, colleghi d'attitudini e di colori. Cosi' non e' un caso che aromi dei (migliori) sessanta, giochi e rilassatezze da tempo ignoti al rock inglese si inseguano nei solchi di questo SKYLARKING, in un crescendo di levita' e liquido humor cesellato con mano squisita. SKYLARKING, dopo le prove meno convincenti di MUMMER e THE BIG EXPRESS sancisce una nuova svolta creativa degli XTC, in un certo modo preannunciata dalla goliardica falsificazione di 25 O'CLOCK. E' opera di passo svelto e leggero, ricca senza essere stracolma, come se il gruppo fosse infine riuscito a coniugare la delicata essenzialita' di ENGLISH SETTLEMENT con la nutrita ambientazione di BLACK SEA. Tornano a primeggiare tra gli strumenti le chitarre acustiche e semiacustiche, arpeggiate con grande finezza, non mancano gli accorgimenti ultramoderni, sempre ben dosati, mentre il formato degli arrangiamenti e' il piu' vario, con passaggi da una sorta di amabile psichedelia campagnola a referenti jazzistici e beatlesiani, fino a orchestrazioni d'archi. E tutto l'album vive del consueto understatement, dolcissimo nella sua quiete solare, anche nei momenti piu' bizzarri e malinconici. I due songwriters del gruppo gareggiano nella creazione di melodie, a sottilineare testi pensosi e intelligenti, con i segni di una maturita' accolta senza essere subita. Una scelta di migliori canzoni in questo caso non puo' essere dovuta che a idiosincrasie assai personali: io opto per le sottili malinconie di MERMAID SMILED, per la pigrizia estiva di SUMMER'S CAULDRON, per l'intimita' di DYING e, perche' no?, anche per l'organo alla Beach Boys della svagata SEASON CYCLE.

Paolo Bertrando - Buscadero

 


XTC - SKYLARKING

Una delle crepe più profonde aperte nel rigore formale del pop inglese arrivò con l'uscita di questo straordinario disco degli XTC prodotto da Todd Rundgren nel 1986. Saggezza, introspezione, modernità, tradizione, irriverenza, beatlesianesimo, melodiosità, acredine vennero composte in una sorta di trionfo estetico dal quale niente era escluso a priori. La forza di «Skylarking» fu anche la sua debolezza. Proprio i difficili rapporti che si stabilirono immediatamente tra Partridge a Rundgren aumentarono la qualità del prodotto che stava maturando. Una canzone come «Ballet For A Rainy Day» rimane ancora oggi un esemplare immagine di quello che può succedere in Inghilterra quando la memoria non scade al rango di rievocazione sterile (Beatles e Kinks sono da sussidiario elementare per qualsiasi età, e non ci sono controindicazioni). Questa canzone avrebbe poi a sua volta ispirato parte della recente produzione degli XTC (e non a caso le sue prime parole sono «orange & lemon ... »). 
Moulding dal canto suo narra freddamente, ma anche con tutto il calore armonico possibile, storie di sesso, di romanticismo illegale e dei pericoli del matrimonio nelle sue formidabili «The Meeting Place», «Grass» e «Big Day». Poi, in mezzo apparve anche «Dear God», scartata dal suo autore (Partridge) perché improvvisamente non corrispondente più alle sue mutevoli relazioni con l'eterno. Durante le registrazioni di questo disco vennero realizzati anche altri outtake memorabili come «Extrovert» e «Earn Enough For Us». Un'opera in cui, per concludere, il lavoro di corrosione delle conquiste «apparenti» trovava il suo naturale sfogo in un altro modo, più rissoso ma non meno poetico, di tradurre il senso della musica pop. In piena, totale opposizione con le norme vigenti. Qualità artistica - 9 /Qualità sonora - 8

A. Spano - Audio Review n. 118 Luglio/Agosto 1992

 

 

 

 

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