L'espressione «un disco
dal vivo» rappresenta una sorta di contraddizione in termini. Se l'esecuzione di
una canzone è anche la storia della sua morte, la performance su di un
palcoscenico rappresenta la pubblica esecuzione di un delitto mentre l'incisione
su di un supporto fonografico rileva della macabra volontà di rendere tale
assassinio riproducibile all'infinito.
Non nutriamo dunque grande simpatia per i dischi dal «vivo», a meno che non testimonino dell'esecuzione di «innocenti»,
cioè di canzoni altrimenti
inedite, oppure di delitti particolarmente raffinati, eseguiti non percorrendo rituali canonici bensì pratiche originali.
L'interesse suscitato da questo live degli XTC si motiva invece per il
fatto che il gruppo di Swindon da lunghissimo tempo rifiuta di indossare i panni del boia,
avendo sospeso esattamente dieci anni fa le esibizioni su palcoscenico. Gli ammiratori che il
gruppo ha guadagnato dopo il 1982 si possono dunque rifare grazie al documento sonoro riesumato dalla BBC, che registra
in maniera eccellente un concerto tenuto il 22 dicembre 1980, quando cioè
gli XTC avevano già alle spalle quattro LP. Più della metà dei brani appartiene peraltro a «Black
Sea», album a quel tempo freschissimo di stampa e dunque bisognoso di promozione, ma il disco può essere tranquillamente
considerato una sorta di «Greatest Hits» del primo periodo creativo del gruppo. Andy Partridge e soci (tra cui il batterista Terry
Chambers, che di lì a poco lascerà la formazione) sembrano in splendida forma: non eccedono in
improvvisazioni ma suonano con grandissima vivacità e determinazione, donando nuova linfa vitale a brani, soprattutto quelli tratti da
«White
Music» e «Go 2», che nelle versioni originali soffrono di un almeno apparente freddezza. Genio in azione.