INTERVISTA - Il leader Andy Partridge racconta gli
anni del firmamento british anni 80.
"Il manifesto del Punk?
Era troppo totalitarista..."
Intervista Stefano Crippa
Il Manifesto
Maggio 2014
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GLI XTC A META' DEGLI ANNI
'80 |
È stato l’ensemble più originale e eccentrico della
scena new wave britannica.
Capeggiati da Andy Partridge (chitarra) e Colin
Moulding (basso), gli XTC hanno rappresentato quanto
il pop di matrice beatlesiana fosse ancora pieno e
vigoroso, riuscendo a emergere tra la fine dei
settanta e gli inizi degli ottanta. Una parabola
durata quasi trent’anni- dal 1976 al 2005 – e poi
interrottasi per l’abbandono di Moulding e il
prepensionamento coatto di Partridge, dovuto a gravi
problemi all’udito.
Una creatività esuberante per la band che ha
riempito e tracimato i solchi di album come
English settlement (1982), addirittura doppio
per poter accogliere perle che mescolavano rock e
pop, stilettate reggae e persino suggestioni
terzomondiste – ascoltare brani come Runawawasy,
Ball and Chain per credere. Una creatività
tangibile in raccolte come Oranges and Lemons
(1989) e addirittura esplosiva quando i quattro di
Swindon danno alle stampe Skylarking (1986),
affidando la produzione al genio del pop americano,
Todd Rundgren. Risultato straordinario ma i rapporti
in studio – narrano le cronache dell’epoca, furono
tutt’altro che idilliaci…
"Mescolavamo i generi, abbiamo
sempre odiato rinchiuderci in un
ghetto..."
C’è tutto:
citazioni dal flower power, Beatles e Beach Boys che
vanno a braccetto. Oggi a 28 anni dalla prima
edizione, Andy Partridge insieme al produttore John
Dent con cui aveva rimasterizzato e rieditato nel
2010 uno dei brani simbolo della band, Dear God,
ha deciso di riprendere in mano Skylarking e
riproporlo al pubblico. Suoni, artwork (è ora quello
ufficiale); tutto è ora come avrebbe dovuto sempre
essere. Lo conferma lo stesso Andy Partridge
Per critica e pubblico Skylarking è stato il
vostro capolavoro. Ma non è un segreto che la
collaborazione con Rundgren sia stata…difficile.
Perché hai voluto rimettere mano al disco?
Rimettere mano sembra quasi una connotazione
negativa. In realtà abbiamo solo corretto una serie
di errori. Il problema principale era relativo
all’audio, e già allora ce ne accorgemmo. Troppo
freddo, distante. Nessuno ne capiva la ragione,
nemmeno quando ho ripreso i maste originali per
rilavorarli a Londra. Lo ha capito solo John Dent,
all’epoca qualche tecnico deve avere usato un
cablaggio difettoso. E ha sistemato tutto.
Nel’immaginrio anni ottanta gli XTC sono
l’archetipo di band sofisticata e innovativa. Come
vivevate all’epoca con questa… responsabilità?
Come band abbiamo sempre odiato rinchiudere gli
stili musicali quasi fossero un ghetto. Quindi è
stato naturale mescolare i generi: non facevamo
«punk funk» suonavamo semplicemente musica. Il
manifesto del punk l’abbiamo sempre trovato
totalitarista. Il fatto che ogni musica fatta prima
del 1977 facesse schifo, era un assoluto nonsenso. A
noi piacevano tutti i generi e così ci muovevamo…
«Non such» del 1989 è una delle punte più alte
del vostro repertorio con pezzi classici come «The
Ballad of Peter Punpkinshead». Come è nata quella
canzone?
Quasi per caso una mattina mentre attraversavo il
giardino che mi portava nello studio di registazione.
Mi è caduto l’occhio sulla zucca che avevo costruito
per i ragazzi in occasione di Halloween. L’avevano
abbandonata e non potevo sopportarlo: gli avevo
dedicato tanto tempo per costruirla E così ho deciso
di immortalare questa «breve vita» in una canzone.
Mi è sembrata una cosa perfetta. Ho immaginato come
una vita possa essere perfetta, onestà, generosa,
saggia e amorevole. Ma possa anche cambiare in
maniera terribile se i «poteri forti», qualora tu
gli sia d’intralcio o provi a insultarli, decidono
altrimenti. E allora ho immaginato questa mia zucca
diventare una sorta di Cristo che viene alla fine
ucciso. Mi piaceva anche l’idea di scrivere un testo
lunghissimo, un po’ alla Dylan. Poi in realtà prima
di registrarla ho dovuto tagliarla…
La riedizione di Skylarking anticipa future
emissioni del catalogo degli XTC?
Sì, l’intenzione è quella di rieditare tutto il
catalogo, con interventi sull’audio, sia in versione
cd che in vinile. Penso che quelle canzoni lo
meritino e sono orgoglioso del lavoro che stiamo
facendo sui master.
"Pumpkinshead è la storia di un
Cristo redivivo che finisce ancora
male"
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