XTC - il club dei gentiluomini
Dopo quattro anni di volontario silenzio,
interrotto da Fossil Fuel, una raccolta di singoli
molto completa, Andy Partridge fa un bilancio
dell'esperienza degli Xtc e, al contempo, regola i conti
con la sua casa discografica. Ma il signore di Swindon,
nonostante la continua sfortuna, trova ancora il coraggio di
riderne e promette che, dopo la tempesta, nel futuro dei suo
piccolo commercio di dolciumi ci saranno giorni radiosi.
Intervista di Christophe Conte
Mucchio Selvaggio
n. 230 5/11 Novembre 1996
Innanzitutto
vorrei presentare le mie scuse a tutti coloro che ancora si ricordano di
noi. Tutti pensano che negli ultimi quattro anni non sia avvenuto nulla
che riguardi gli Xtc: è strano, perché da parte mia ho l'impressione di
aver attraversato il periodo più agitato per il gruppo da quando è stato
fondato. Non più tardi di ieri, ho imparato la parola francese che indica
la situazione in cui ci trovavamo finché non abbiamo rotto con la nostra
casa discografica, la Virgin. E’ una parola che mi piace molto: grève
(sciopero). Ecco, eravamo in grève, in sciopero. Questa parola
esprime bene le cose: grève suona come grave e la nostra
situazione alla Virgin era diventata davvero molto grave.
Quattro anni fa, dichiaravi che gli Xtc erano diventati
un dinosauro nel mondo della musica pop. Oggi, molti pensano che siate
effettivamente spariti dalla faccia della terra ...
(risate)... Eppure in questo periodo non ho smesso
di scrivere canzoni. Avevo programmato di far uscire un nuovo album ogni
sei mesi, ed è sempre un'idea che mi eccita. Soltanto, bisognava regolare
questa storia dei contratto. Noi avevamo lo stesso contratto di diciotto
anni fa, quando abbiamo iniziato. Può sembrare pazzesco, ma è la
verità: con la vendita dei nostri dischi non abbiamo mai guadagnato
soldi. Ho trascorso tutta la mia carriera facendo musica gratis. Non
poteva continuare così, sono troppo vecchio per lavorare soltanto per la
gloria. Adesso devo sopravvivere.
Vuoi dire che la tua situazione personale era realmente
in pericolo?
Non soltanto la mia, ma anche quella di Dave e Colin
(Gregory
e Moulding, gli altri due componenti degli Xtc): un incubo da cui
tutti e tre stiamo appena uscendo. Infatti, a questi problemi di ordine
puramente professionale se ne sono aggiunti altri, stavolta personali. In primo luogo, ho perso l'udito. Ho avuto un’infezione all'orecchio
medio, dal lato destro, che si è diffusa rapidamente. E’ stata la
peggiore sofferenza che abbia mai vissuto: suppongo che l'unico dolore di
questo genere sia quello dei parto. E io avevo l'impressione di partorire
con il mio orecchio destro. Una volta, verso le due del mattino, il dolore
è diventato talmente forte che ho cominciato a sbattere violentemente la
testa contro il muro, stavo proprio perdendo il lume della ragione. Un
attimo dopo, ho sentito un liquido che mi colava sul collo: era sangue. Mi
ero rotto un timpano, e di conseguenza sono stato completamente sordo per
due mesi. Il mio orecchio destro era fuori servizio e quello sinistro non
funzionava un granché. Comunque, nel giro di due mesi ho recuperato
l'udito, e mia moglie ne ha approfittato per annunciarmi che voleva
divorziare (risate)... La mia vita andava a rotoli: a causa dei
divorzio ho perduto quel po' di denaro che mi restava,
mi
sono ritrovato a dover tirare su i miei due figli da solo e, allo stesso
tempo, a dover combattere con la casa discografica. E’ stato un periodo
molto difficile, in cui andava tutto male senza che io potessi farci
nulla. E’ stato molto traumatico, e d'altronde ho avuto diversi problemi
psicologici a causa dello stress, del divorzio e dell'alcol, di cui, in
quel periodo, ho abusato non poco.
Malgrado
tutto continuavi a scrivere canzoni?
Spero che non sembrino troppo canzoni da divorziato,
come quelle di Phil Collins (risate)... Scrivere canzoni è l'unica
cosa che non posso smettere di fare. Per me la musica è diventata un male
incurabile. Anche se non riuscissimo più ad avere uno straccio di
contratto, non per questo smetterei di scrivere. E’ come un orifizio
attraverso il quale mi sbarazzo di tutto quel che è successo nella mia
vita. E’ un po' come un’altra bocca o un altro buco del culo: adesso
ho anche questo buco da cui esce la musica. Se la ferita si richiudesse,
in modo che io non possa più sbarazzarmi di tutto questo, credo che
morirei.
In questi quattro anni avete avuto tutti e tre delle
attività parallele?
Colin non ne ha proprio avuto il tempo, perché sua
moglie soffre di una malattia mentale e in questi ultimi anni si è
occupato soprattutto di lei. Dave è quello che se l'è cavata meglio. Ha
guadagnato molti più soldi di noi suonando per gli altri. in particolare,
ha avuto una tumultuosa storia d'amore con Aimee Mann, e ha suonato nel
suo tour. Quanto a me, ho registrato varie cose con altre persone: Harold
Budd, Terry Hall, Martin Newell, gli Heads... Ho anche scritto delle
canzoni con Chris Difford degli Squeeze, con cui lavoro attualmente. Nella
mia vita c'è un nuovo amore e ho anche scoperto di avere la prostata.
Suppongo di averla usata, poverina. Per vendicarsi, si fa sentire ogni
quarto d'ora. Ma basta con i piagnistei. Poco fa ho parlato di tutte le
canzoni che ho composto in questi quattro anni, e ora la cosa importante
è questa. Ho l'equivalente di tre album pronti da registrare. Una volta
eliminate le scorie, diciamo che rimarranno tre album, che vorrei far
uscire in contemporanea, per farmi perdonare il lungo periodo passato in
frigorifero. Dopo Nonsuch, ho deciso di proseguire la strada molto
orchestrale, molto arrangiata, di pezzi come Wrapped In Grey o
Bungalow. Mi ricordo di essere rimasto molto contrariato quando
ho saputo che Elvis Costello aveva pubblicato un disco registrato con un
quartetto d'archi, perché era un’idea che avevo da molto tempo. Poi,
dopo aver lavorato su un intero album con questo stile, ho avuto voglia di
cambiare completamente e di tornare alle chitarre assordanti, come ai
tempi di Black Sea. E’ per questa ragione che mi piacerebbe che,
quando finalmente avremo un nuovo contratto in tasca, questi due dischi
uscissero insieme. Sono due entità molto diverse, due sfaccettature della
nostra personalità.
Credi che il tuo modo di scrivere sia stato modificato
da tutti questi sconvolgimenti?
Di recente, ascoltando
Nonsuch, mi sono reso
conto di quanto quel disco fosse depressivo, come se avessi avuto il
presentimento di ciò che stava per succedere. Persino le canzoni noisy,
le canzoni allegre, sono tristi (risate)... Adesso mi sembra di
scrivere cose meno tristi, meno compiaciute verso i miei piccoli problemi.
Ho scritto due pezzi sulla scuola, sull'educazione, e poi una canzone
contro le automobili. Non mi piacciono le automobili. Poi ci sono brani
che parlano del sollievo di essere di nuovo scapolo. Sono stato sposato
per molto tempo, troppo tempo. Penso che il mio matrimonio fosse stato
già combinato prima che io nascessi, nell'utero di mia madre. Sono
nato sposato (risate)... Always Winter, Never Christmas,
una canzone che ho scritto qualche anno fa, parla del mio matrimonio:
sempre inverno, mai Natale! Lo stesso vale per Snowman, al tempo di
English Settlement. Se nelle mie canzoni parlavo di neve, di
freddo, di inverno, potete stare certi che era in relazione al mio
rapporto di coppia.
Nel 1982, quando hai deciso di non fare più concerti,
eri consapevole dei fatto che si trattava di un suicidio commerciale?
Tutti mi dicevano: "Sparirai diventerai out".
Ma io invece mi sentivo più stabile, pensavo che finalmente avrei
cominciato a vivere degnamente. Già da qualche anno, il mio corpo mi
supplicava di smettere. La mia coscienza, in quel periodo, non riusciva a
decidere di comunicarlo chiaramente agli altri. Ho trascorso diversi mesi
soffrendo in silenzio, senza ben sapere che cosa volessi veramente.
Durante le registrazioni di English Settlement, ho preso Dave da
parte e gli ho detto: "Non voglio andare in giro con queste
canzoni' Lui mi ha risposto: E’ perché oggi non stai bene, ma
tutto si sistemerà''. Allora sono andato da Colin e ho tentato di
spiegare anche a lui: 'Non voglio suonare queste canzoni sul palco, non
credi che dovremmo fare una pausa?' La sua sola risposta è stata:
"Forse sì, forse no". lo non volevo contrariare nessuno, ma
il mio inconscio, che governa tutte le mie funzioni corporee, diceva
(assume una voce d'oltretomba): "Oh, no, ti ritroverai di nuovo
in giro, dovrai metterti a nudo davanti a tutta quella gente, e sai che
non vuoi farlo. Sei preoccupato per le tue entrate perché il tuo manager
ti frega tutta la grana e tu non hai tempo di occupartene. Sai che
vorresti tirare su i tuoi figli ma non ti lasciano il tempo di farlo: e
dovresti di nuovo andare a vivere nelle camere d'albergo come fai da
cinque anni, tornare ancora in quelle prigioni itineranti?". E il mio
inconscio ha vinto, facendo ammalare il mio corpo ogni volta che dovevamo
suonare.
Che cosa è successo sul Palco del Palace, a Parigi,
durante il vostro ultimo concerto nel 1982?
Sono stato assalito da una mostruosa crisi di panico
sulla scena. Lo stomaco mi faceva terribilmente male, come se qualcuno mi
strappasse le budella. Una parte di me cercava di attribuirlo a un attacco
di appendicite o a un'intossicazione alimentare, ma oggi so che in realtà
tutto avveniva nella mia testa. Perciò ho lasciato il palco proprio a
metà dei primo pezzo e mi sono rifugiato nel camerino. Gli altri mi hanno
ritrovato completamente prostrato, in lacrime sul pavimento, come un
bambino, privo di difese. Quelli della casa
discografica hanno mostrato un'indifferenza
incredibile. Stavo vivendo un vero e proprio incubo, e loro volevano che
mi impegnassi a rilasciare interviste a partire dal giorno dopo. Sono
stato costretto a fuggire, a tornare a casa per conto mio, senza che
nessuno se ne accorgesse. Dopo c'è stato un anno davvero penoso, perché
cercavo di spiegarmi le ragioni per cui ero così tormentato. Poco tempo
dopo, ho letto la storia dei Beach Boys e per un attimo ho pensato di
imitarli: ci sarebbero stati gli Xtc da concerto, senza di me, e gli Xtc
per il lavoro in studio, in cui sarei stato molto più coinvolto. Agli
altri questa idea non è piaciuta affatto, non volevano suonare senza di
me e, comunque, mi sembrava che in questo modo avrei truffato il pubblico.
Di contro, credo che fosse un'idea che non sarebbe dispiaciuta alla casa
discografica, perché era già da qualche tempo che insistevano per
valorizzare Colin. Erano completamente presi dalla sua bella faccia, un
incrocio tra Rudolf Nureyev e Chrissie Hynde, mentre io sembro un clown.
Adoravano le melodie dolciastre che scriveva Colin e continuavano a farle
uscire come singoli - cosa che mi rendeva molto geloso.
Avevi già avuto una crisi come quella di Parigi?
Sì, negli Stati Uniti, alcuni anni prima. Stavamo
facendo un importante tour laggiù, di dieci settimane, in condizioni
spaventose. Una volta, eravamo bloccati da una tempesta di neve a nord di
New York, sulla strada per il Canada. Eravamo rinchiusi in quel camion
minuscolo da settimane e settimane, e marciavamo a otto chilometri l'ora.
Con la scusa di andare a pisciare sono sceso dal camion e sono andato in
un campo: mi sono tirato giù i pantaloni e mi sono messo a piangere,
senza sapere perché. Ero lì, in piedi in quel campo, con i pantaloni
abbassati , non sapevo più chi fossi né che cosa stessi facendo. Ho
perso la memoria per una mezz’ora.
Nella
biografia ufficiale degli Xtc, Chalkhills And Children, si parla
della tua assuefazione al Valium.
Ho avuto una dipendenza dal Valium tra i 13 e i 25
anni. Lo prendevo perché mia madre non era molto a posto. Diciamolo, era
pazza, aveva tali e tanti problemi. La sua follia colpiva anche il bambino
che ero all'epoca, e il medico non ha trovato di meglio che prescrivermi
del Valium. lo non sapevo cosa fosse e ne prendevo di continuo, come
fossero caramelle. Quando ho cominciato a fare musica ho continuato a
prendere quella robaccia, cosa che aveva la capacità di mandare in bestia
mia moglie. Una volta, lei ha buttato tutto nel gabinetto della stanza
dell'albergo dove ci trovavamo. lo sono tornato completamente sbronzo ed
ero folle di rabbia. Credo che sia stata l'unica volta che ho distrutto
una camera d'albergo. Ero come un ragazzino, lei aveva buttato via le mie
stampelle... Dopo questa crisi, non l'ho più toccato. Non ho ceduto
neanche nei
momenti di depressione di
questi ultimi anni. Neppure il Prozac sarebbe servito a qualcosa. Diffido
delle droghe, soprattutto di quelle che rendono euforici. lo sono
orgoglioso del mio cervello e non voglio fare nulla che possa
sconvolgerlo. Invece ho abusato molto dell'alcol. Più il mio matrimonio
andava a rotoli e più bevevo, senza potermi controllare. Minacciavo di
uccidere mia moglie... Per fortuna che oggi la mia cara prostata mi
riporta sempre alla ragione.
Nel 1977, all'epoca dei debutto degli Xtc, pensavi già
al gruppo come una cellula completamente isolata dal mondo esterno?
Finche siamo stati, come gli altri, nel piccolo e
angusto circo del rock’n'roll, non mi sono mai sentito a mio agio nel
gruppo. Mi piace nascondermi e lavorare dietro a un’armatura, a una
maschera. Se fosse stato possibile, mi sarebbe piaciuto far parte di un
gruppo di cartapesta, con uno show televisivo di mezz’ora a settimana in
cui suonare le nostre nuove canzoni, trasformando ogni volta la
scenografia, la forma degli oggetti... Oggi, curiosamente, mi succede di
avere di nuovo voglia di salire sul palco. Poco tempo fa ne ho parlato con
gli altri: poco c'è mancato che stramazzassero al suolo, e io li capisco,
dopo tanti anni in cui sono stato testardo come un mulo che non vuole
rientrare nel recinto. Detto questo, non vedo il nostro gruppo su un vero
e proprio palco, ma piuttosto su un camion, che ci porta di città in
città senza mai fermarsi. Come dei moderni trovatori.
Ti dispiace a volte di non essere un artista solista,
che può fare le sue scelte liberamente?
Ho bisogno dei sostegno morale dei gruppo. Dave ha un
orecchio eccellente, e io ho fiducia nel suo giudizio. E’ piacevole la
sensazione di avere sempre a propria disposizione un musicista esigente.
Colin ha una sensibilità molto concreta, che quando serve mi riporta con
i piedi per terra, per esempio se mi smarrisco dietro a idee troppo
complicate. Certo, non siamo più la band degli inizi, ma un club di
gentiluomini che si sostengono a vicenda. Se fossi solo, mi sentirei in
balia di tali e tante cose, per esempio l'obbligo di essere una star per
esistere. In un gruppo, ho la possibilità di nascondermi un po'. Non sono
mai stato a mio agio nello show-business.
In tutto il mondo, gli Xtc rappresentano l'archetipo
dei gruppo inglese. Come si spiegano i ripetuti fiaschi dei vostri album
in Inghilterra da quindici anni a questa parte?
Gli inglesi ci detestano. Non c'è nessun motivo
oggettivo, ma è un fatto. Per molto tempo questa cosa mi ha ferito, ma
alla lunga la mia pelle si è indurita, come quella di un vecchio
rinoceronte. Per anni, ogni volta che usciva qualche enciclopedia inglese
sul rock, correvo in libreria per vedere che cosa dicevano di noi. Non
erano mai molto teneri - e comunque, parlo, di quelli che ci menzionavano.
Spesso, giravo pagina e trovavo: X, il gruppo di Los Angeles X-Ray Spex e...
Neil Young. Era una specie di revisioniamo staliniano: non esistevamo,
radiati dai manuali. Eppure noi abbiamo venduto cinque milioni di dischi,
non è poco. Forse non siamo considerati un gruppo rock, forse siamo
cantanti lirici con delle chitarre... Tutto ciò mi ha reso paranoico per
un bel pezzo. In realtà, l'Inghilterra non è altro che un piccolo paese
di cui ci si stanca molto rapidamente. Gli inglesi si sentono
costantemente repressi, allora bevono e vogliono fare a pugni con tutti,
per qualunque cosa. E’ la loro unica maniera di esistere. Quanto a noi,
siamo troppo vecchi per interessare chicchessia; la stampa preferisce
gruppi due volte più giovani di noi, anche se suonano esattamente allo
stesso modo. Che cosa possiamo farci?
Come
produttore dei Blur, qualche anno fa, ti è andata male. Come mai?
La loro casa discografica, all'epoca, aveva un
atteggiamento odioso: volevano farne a tutti i costi un gruppo più
commerciale, e questa non era affatto la mia visione delle cose. lo volevo
soltanto lasciarli agire secondo il loro istinto, aiutarli a trovare la
loro strada. Con i Blur ci siamo presi benissimo, loro si identificavano
molto con gli Xtc. Ed è vero che c'erano dei punti in comune con noi
all'epoca di Go2, quando non eravamo ancora vecchi fossili.
Comunque i Blur se la sono cavata bene senza di me, no?
Che cosa hai provato riascoltando questi trentuno
singoli nell'ordine cronologico di Fossil Fuel?
E’ come se ti si spalancassero le porte di un negozio
di caramelle e, per tutto il giorno, non potessi mangiare altro che
caramelle, fino ad ammalarti. Per quanto mi riguarda, preferirei un pasto
più equilibrato: carne, verdura, patate, minestra, tutto quello che si
può tirare fuori dai nostri album, che propongono un menu più variato.
Con un po’ di fortuna, comunque, la gente può trovare calore, luce ed
energia in questi singoli morti da tanto tempo. E’ da qui che mi è
venuta l'idea del titolo: Fossil Fuel.
Fra questi titoli quale corrisponde, secondo te, al
vostro periodo più creativo?
Ho la sensazione che noi siamo sempre più creativi, se
dire una cosa del genere non è troppo stupido o presuntuoso. Siamo andati
avanti nell'arte dell'alchimia, e ormai siamo in grado di trasformare il
metallo nel nostro oro. Certo, non sul piano finanziario (risate)...
Oggi, dunque, possiamo prendere dei pezzi di legno, di metallo, di
carbone, e trasformarli nel nostro oro musicale in maniera soddisfacente.
In verità, abbiamo appena cominciato a imparare. La vita non sarà
abbastanza lunga. L’ideale sarebbe raggiungere la perfezione, e poi
esplodere.
La tua idea della musica è sempre stata quella di
tendere alla perfezione, come Brian Wilson negli anni '60?
Brian Wilson all'epoca era dotato di talento e
inventava molto più di quanto io non sarò mai capace. Ed è anche
veramente suonato - cosa che, spero, non è il mio caso. Finché è stato
possibile incanalarla, la sua follia ha dato molte cose, ma oggi ha del
tutto perso la bussola, è completamente rimbambito. Ha vissuto un breve
momento di grande esplosione creativa, ma si è spento più velocemente.
Il mio potenziale è completamente diverso, la mia luce è più flebile ma
col tempo diventa sempre più intensa. Detto questo, io non raggiungerò
mai il suo livello. Ma non importa, non è una gara a chi ce l'ha più
lungo. Rincorrere la perfezione è l'attività più stupida che ci sia,
eppure è ciò che tentano di fare tutti i gruppi pop. E’ come correre
dietro agli insetti: ci sono gruppi che rincorrono le farfalle, e noi
invece rincorriamo le tarme, non possiamo permetterci altro. E non bisogna
mai acchiappare la tarma-perfezione, altrimenti è la fine, si muore. E
poi la gente si diverte a guardarci cercarla.
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