I cospiratori del pop - Intervista con Andy Partridge
Si scrive XTC, si pronuncia "ecs-ta-sy". Non è una droga
ma gli effetti collaterali di assuefazione e di ebbrezza al loro pop
perfetto sono esilaranti. Andy Partridge e Colin Moulding sono forse i
più abili alchimisti dei pop rimasti in circolazione e dopo venticinque
anni di storia e sette di sciopero discografico la loro magica arte è
finalmente di nuovo tra noi con Apple Venus Volume 1, un album raffinatissimo e complesso
come i due cospiratori che lo hanno partorito. Bentomato Mister
Partridge.
Andy Partridge: Eccomi! Sono io! Sono qui! Esisto realmente.
Fortunatamente non sono solo un personaggio scaturito dall'immaginazione
di Walt Disney! (risate, NDA)
di Marco Grompi
Buscadero n. 202 - 1999
E' davvero un grande piacere avere finalmente tra le mani un nuovo album degli
XTC.
E' davvero un grande sollievo essere nuovamente nelle condizioni di poter pubblicare un nuovo disco!
Ho letto una grande quantità di storie sui problemi che avete avuto con la Virgin. Vuoi raccontarmi la storia dal tuo punto di vista?
E una storia davvero triste e noiosa. Sei sicuro di volerla sentire?
Credo che ne valga la pena. (risate, NDA)
Okay. Dobbiamo fare un salto indietro fino al 1992 e alla pubblicazione di
Nonesuch. Come al solito l'album fu ignorato dalla Virgin Record la quale fece ben poco per promuoverlo, venderlo o anche solo per far sapere alla gente della sua esistenza.
Questo continuo atteggiamento di indifferenza da parte della casa discografica mi infastidì moltissimo.
Inoltre il nostro contratto era talmente scadente che non avremmo mai visto un soldo: eravamo con la Virgin da quasi vent'anni e in tutto quel tempo non abbiamo mai avuto un reale profitto.
C'era qualcosa di terribilmente sbagliato in quel contratto, per cui chiesi loro di poterlo rinegoziare, ma loro hanno risposto: «No».
A questo punto ho detto: «Bene, allora lasciateci andare, così siamo tutti più contenti» e loro hanno risposto: «No». Allora ho detto: «Okay, vista la situazione ci proclamiamo in sciopero».
E' stata una scelta dolorosa ma necessaria: eravamo nella situazione assurda di aver speso una piccola fortuna per registrare le nostre canzoni e non potevamo più esercitare alcun diritto su di esse.
Né mai avremmo potuto farlo in seguito. Non c'è stata altra possibilità che scioperare e così ci siamo ritrovati in una sorta di limbo legale: non avremmo potuto registrare perché qualunque cosa avessimo prodotto sarebbe stata di loro proprietà.
Capisci quale situazione assurda si è creata? Eravamo proprietà esclusiva della Virgin Records!
Dopo cinque anni si sono finalmente arresi e ci hanno fatto questa proposta: "Se ci date il permesso di pubblicare qualche raccolta di singoli vi lasciamo andare".
Questo per noi è stato meraviglioso perché in tutto quel tempo avevamo accumulato una quantità di canzoni tale da riempire almeno quattro album!
Una volta liberati e trovata un'etichetta con la quale stipulare un accordo soddisfacente abbiamo potuto finalmente cominciare a lavorare di nuovo. Dalla prima scrematura di canzoni ci siamo ritrovati con il materiale per due album di cui
Apple Venus Vol. 1 è il primo.
Il secondo volume è già pronto?
In gran parte l'abbiamo già registrato, ma abbiarno fatto tutto un po' troppo in fretta. Ci piacerebbe ricominciare daccapo e fare le cose un po' meglio.
Apple Venus Vol. 1 raccoglie il meglio del materiale scritto tra il 1992 e il 1994.
Avete quindi intenzione di pubblicare le canzoni seguendo la cronologia con la quale sono state concepite?
Si, esatto.
Quindi è corretto dire che
Apple Venus Vol. 1 è il disco che avreste potuto tranquillamente pubblicare nel '94?
Si. Quest'album è stato scritto e concepito in quel periodo.
E' vero che non sai né leggere né scrivere la musica?
Si, è vero, non ne sono capace.
Come fai a scrivere arrangiamenti e partiture (anche orchestrali) così complesse?
Uso un solo dito, una tastiera, un registratore a cassette e, talora, il sequencer di un computer. In questo modo riesco a ricordarmi di quello che ho suonato. Suono una nota per volta e lentamente costruisco quello che ho in mente.
E' un processo piuttosto laborioso, ma funziona. Non ho alcuna nozione teorica musicale e non so leggere il pentagramma. Pensa che non so nemmeno i nomi della maggior parte degli accordi che suono!
Penso che tutto ciò sia meraviglioso!
Be, funziona! (risate, NDR)
Parlami del secondo volume di
Apple
Venus.
Inizialmente i dischi sarebbero dovuti uscire contemporaneamente, in un unico box di due album, ma purtroppo abbiamo finito i soldi e quindi siamo stati costretti a rimandare.
Questo anche perché il produttore con cui stiamo lavorando, Haydn Bendall è bravissimo, ma lavora molto lentamente: ci siamo resi conto che senza soldi e visti i suoi tempi di lavorazione non saremmo riusciti a finire i due album in tempi ragionevoli.
Come lavori con Colin Moulding? Avete un metodo particolare oppure i processi creativi sono completamente separati?
Vedi, siamo due persone completamente diverse. E' una specie di cospirazione. Siamo due cospiratori animati dallo stesso obiettivo che è quello di poter continuare nella magica attività di scrivere canzoni e fare dischi.
Entrambi nutriamo un enorme rispetto per questo magico processo creativo. Siamo come due vecchi stregoni e siamo molto gelosi dei nostri trucchi, per cui il processo creativo è assolutamente individuale e rigorosamente separato.
Qualche volta abbiamo provato a scrivere assieme, ma finiva sempre che lui mi rinfacciava di rovinare le sue canzoni e io avevo la stessa sensazione nei confronti delle mie. Insomma ci davamo fastidio l'un l'altro.
Credo che il processo creativo sia una questione personale, per sua natura deve essere un processo individuale ed egoistico se si vogliono far nascere i dischi, ma senza interferire nell'aspetto creativo di ognuno. In questo senso è una cospirazione.
Scorrendo la carriera degli XTC, c'è qualcosa di cui oggi ti senti particolarmente fiero?
Ci sono moltissime cose di cui sono orgogliosissimo, ma col passare degli anni continuano a cambiare gli obiettivi. Quello che volevo dagli XTC nel 1972 non era quello che volevo nel 1977, nel 1984 o nel 1999.
E' una cosa che ha a che fare con la gran quantità di esperienze che si accumulano e con il cambiamento dei gusti personali. La cosa vera è che più ti addentri nella tua arte, più il tuo microscopio si avvicina all'oggetto e meglio lo mette a fuoco.
Credi che l'aver smesso di suonare dal vivo ti abbia aiutato in questo?
Certamente! Mi ha aiutato enormemente. Fare concerti ti impedisce di avere una vera e propria vita. Quando sei costantemente in tournée conduci un'esistenza artificiale:
vivi negli hotel, ingurgiti cibo in posti assurdi, non vedi mai i tuoi amici o le persone che ami, sei come senza radici. fuori dalla vita reale.
Dopo aver condotto questa vita per cinque anni stavo per diventare pazzo. Volevo la mia casa, i miei figli, la mia poltrona preferita, volevo le cose normali che tutti desiderano: una vita normale.
Quando salivo sul palco invece di concentrami sulla musica mi capitava di sognare ad occhi aperti: sognavo cibo, bambini, di stare all'aperto nel parco, una vita normale. In breve mi sono reso conto che detestavo andare in tour.
E' quindi una fobia che ti è venuta dallo stile di vita "on the road" e non da una nevrosi derivante dallo stare davanti al pubblico.
All'inizio mi piaceva moltissimo suonare dal vivo, ma poi ci ho perso il gusto. Credo che ciò abbia a che fare con la mentalità da gang. La maggior parte dei gruppi pop sono delle gang: hanno chitarre al posto dei coltelli, ma hanno linguaggi e leggi da gang.
Ci sono addirittura il capo e il vice, tutte quelle cose tipiche di una combriccola di teenager. Dopo aver fatto questa vita per un certo periodo, cominci ad allontanartene e ad avere voglia di qualcosa di meglio.
Fondamentalmente cominci a crescere. Allora stare in una gang non è più tanto attraente: vorresti stare di più con persone dell'altro sesso, desideri ambienti meno rumorosi, insomma ti vien voglia di mollare tutte quelle idiozie che ti impediscono di crescere.
Credo che l'allontanamento dalla gang per poter crescere sia un processo naturale e inesorabile.
Come l'hanno presa i tuoi compagni del gruppo?
Ad un certo punto dissi chiaro e tondo che non avrei più fatto dei concerti e nessuno mi diede ascolto. Credevano che stessi scherzando. Successe che mi costrinsero ad andare in tour contro la mia volontà: il mio subconscio cominciò a entrare in subbuglio e ben presto
arrivarono dei problemi di salute.
Cominciai ad avere dei tremendi dolori allo stomaco, attacchi di panico, malattie improvvise, fobia del palcoscenico e altre cose del genere. Il mio subconscio voleva che smettessi, ma la mia coscienza non mi consentiva di farlo perché non volevo contrariare nessuno.
Così il subconscio decise di farmi ammalare e fu la mia salvezza. E' una cosa che fa pensare: bisogna sempre dare ascolto al proprio intuito, ai propri pensieri più reconditi.
Com'è successo che Dave Gregory ha lasciato il gruppo?
Mi sembrava che fosse piuttosto infelice su come le cose stavano andando nella band, ma soprattutto i nodi sono venuti al pettine durante la lavorazione di
Apple Venus Vol. 1. Fondamentalmente lui non voleva fare un album orchestrale; credo vedesse la cosa come un'involuzione personale.
E' un chitarrista elettrico e io per questo disco non volevo il colore di una chitarra elettrica, ma quello di un'orchestra e degli strumenti acustici.
Il lavoro che avevo pensato per lui era essenzialmente al pianoforte e questo lo ha atterrito: è un ottimo pianista, ma il suo strumento è la chitarra elettrica.
Credo abbia preso la cosa come un affronto personale: non voleva investire dei soldi nelle registrazioni orchestrali, né firmare i contratti, né prendere parte alle interviste per il libro sugli XTC che abbiamo pubblicato, né lavorare in studio.
Avrebbe preferito andare in tournée. Si sono create tali e tante divergenze di opinione che la separazione è diventata inevitabile.
Quindi è una separazione definitiva?
Sì. Credo sia stata davvero una pazzia perché il Volume 2, è pieno di chitarre elettriche! (ride, NDA) Questo è il lato ironico della cosa. Ma Dave è fatto così.
Credo si sia sempre sentito un po' nell'ombra: del resto io e Colin scriviamo il materiale dei gruppo e lui forse si è sempre sentito un po' in disparte. Lui è più un trascrittore che un autore di canzoni.
Quando ti accingi a lavorare a un nuovo progetto discografico, il tuo approccio è globale oppure lo affronti canzone per cannone?
La costruisco canzone per canzone, però cerco di usare una tavolozza limitata di tonalità. Certi dischi riescono meglio con questo metodo: Skylarking aveva una tonalità ben precisa, come anche
Orange And Lemons; Apple Venus Vol. 1 ha una tavolozza ben definita e pure l'avrà (benché diversa) il Volume 2. Credo che i dischi artisticamente più riusciti utilizzino una ben definita selezione di colori e di sapori.
E' sapore e colore omogeneo. I colori di questo disco sono le trame orchestrali e le tessiture composte dall'impiego di una strumentazione acustica. Ci sono molte tonalità di verde e di grigio.
Qual'è esattamente il ruolo del produttore nella realizzazione dei dischi degli
XTC?
Ad essere sinceri una volta ero convinto che avremmo dovuto produrceli da soli. Poi mi sono reso conto che non era molto carino che fossi io a dire a Colin che stava stonando, o che una registrazione sarebbe stata da rifare perché la sua interpretazione vocale non era granché.
Se a dire tutte queste cose sgradevoli è il produttore allora tutti gli danno più ascolto: per certi aspetti è un modo per far sì che i tuoi desideri e le tue impressioni possano arrivare agli altri membri dei gruppo senza che questo appaia come un'imposizione del proprio ego.
Credo che sia un ruolo importante: avere un produttore ti consente di avere un punto di Asta esterno al mondo isolato del processo creativo.
In genere il produttore è colui che stando al di fuori della mischia riesce a vedere con più chiarezza cosa sta succedendo e ti dice cosa c'è che non va. E' un ruolo importantissimo, ma per noi la scelta del produttore non è sempre stata azzeccata.
Quando lo scegli è come sposare qualcuno: non sai mai veramente come sarà finché non ci vivi assieme.
Oggi ascolti molta musica?
Lo facevo di più una volta. Ora non più, ascolto pochissima musica. Sento che non ho più bisogno di farmi coinvolgere più di tanto. Non ho la necessità di trovare qualcun'altro che sostituisca la mia voce, perché ormai ne ho trovata una mia.
Capita spesso che i giovani che non hanno ancora trovato una loro voce si rivolgano alla musica: la loro tendenza è quella di trovarsi i loro gruppi o artisti preferiti e di vederli come se fossero la voce di Dio o di qualcuno che lo rappresenta perfettamente.
Invecchiando trovi una tua voce e non ti metti più a cercare in giro qualcuno in cui riconoscerti.
Negli ultimi anni ci sono state molte nuove band inglesi che, in qualche modo, sono state accostate agli XTC. Che idea ti sei fatto di
loro?
L'esempio più ovvio è quello dei Blur. Ormai sono in giro da parecchio tempo, ma restano una delle band più coraggiose perché hanno ammesso l'influenza che gli XTC hanno avuto su di loro.
Credo che ci siano moltissime altre band sulle quali abbiamo lasciato una certa impronta, ma la maggior parte di esse trova che il nostro non sia un nome abbastanza "cool" da citare come ispirazione.
Specialmente in Inghilterra gli XTC sono considerati una vecchia band composta da signori di mezza età che per un bel po' di tempo sono, spariti dalla circolazione e pertanto non possono più essere tanto bravi.
Da noi c'è l'usanza di non reputare buono o di pregio tutto ciò che nel mondo musicale dura più di due o tre anni.
Questo è un atteggiamento prettamente inglese...
(risate, NDA) Si, è un'attitudine molto inglese e vedrai che succederà molto presto anche ai Blur. Visto che sono un giro ormai da parecchio tempo gli inglesi cominceranno presto a pensare che non possono essere più tanto bravi.
(ride, NDA) Vedi, gli inglesi sono gente strana, fidati, lo so perché sono uno di loro.
La mia domanda era più mirata a capire se ammiri qualche musicista o artista in particolare.
Si, però molto meno che in passato. Quand'ero più giovane ero molto più facilmente suggestionabile dalla magia della musica; ora ho il mio baraccone (ride, NDA) e riesco a vedere i trucchi della maggior parte delle magie.
Una volta scoperti i trucchi mi sono reso conto di provare meno rispetto per i musicisti rispetto al passato: ora riesco a vederli semplici esseri umani, mentre quando ero più giovane li vedevo come degli eroi, degli alchimisti illuminati.
Credo che questo sia un errore di gioventù che commettono in molti. Mettere i musicisti e gli artisti in genere su un piedistallo è un grosso errore. Non sono affatto dei, ma persone che mangiano, scoreggiano, cagano e commettono errori come tutti quanti.
L'unica cosa che li distingue è che hanno il dono speciale di poter produrre arte.
C'è qualcuno in particolare con cui ti piacerebbe collaborare al di fuori degli
XTC?
C'è qualcuno con cui mi piacerebbe lavorare, ma solo in circostanze negative.
Ho una fantasia che non si avvererà mai (o almeno così spero, perché sarebbe piuttosto grottesco): sogno di giungere come una specie di "salvatore" in aiuto di artisti che in passato ho ammirato moltissimo ma che secondo me oggi non riescono più a creare cose di valore come un tempo.
Ho il sogno segreto che David Bowie mi chiami dicendomi: «Andy aiutami, ho dimenticato come si scrivono le belle canzoni» (cosa che penso sia vera). Nella mia fantasia mi piacerebbe che Paul McCartney mi telefonasse e mi dicesse: «Ti prego aiutami!
Ho dimenticato come si fa!» (cosa che peraltro penso sia vera). A parte i sogni ... (lungo sospiro, NDA). Direi che, rnah, odio dirlo, ma credo che mi interessi molto di più indagare nel profondo di me stesso.
Penso che dentro di me ci sia una sorgente ricchissima che ha solo bisogno di sgorgare, per cui invece di collaborare con altri credo sia meglio che io continui a cercare il modo per tirare fuori.il meglio dal profondo di me stesso.
Sono fermamente convinto che nessun altro può far questo meglio di me medesimo. Quando lavori con qualcun'altro tendi a farti coinvolgere solo in superficie e ad adattarti alle necessità dell'altro.
Non fa per me. Quando lavoro al mio materiale è come se mi calassi all'interno di me stesso e questa è per me un'impresa molto più difficile, ma anche più appagante.
In futuro c'è una qualche vaga possibilità di vedere, anche solo per una volta, gli XTC in concerto?
Una volta avrei risposto fermamente di no, ma oggi non ne sono così convinto. Tuttavia, per essere onesti, devo ammettere che non lo trovo necessario: oggi ci consideriamo degli autori di canzoni e dei creatori di dischi, non dei performers.
Ciò che ci riesce bene è fare dischi, non suonare dal vivo. Inoltre non abbiamo assolutamente bisogno di essere adulati: preferisco che le persone si prendano le canzoni ed entrino in esse.
Quelle sono l'oggetto della mia arte e io voglio che la gente sia interessata solo all'oggetto dell'arte, non all'artista. Odio il solo pensiero che la mia persona si possa trovare al centro dell'attenzione delle gente e odio l'idea che qualcuno possa intravedere un qualsiasi significato in ciò.
Credo sia poco salutare. Vedi, io sono una persona molto riservata, per cui preferisco che le persone si portino via la mia musica, prendendosi così un pezzo della mia anima, piuttosto che trovino la necessità di starsene lì a fissarmi la pancia sotto i riflettori, come se fosse un pezzo di prosciutto.
Non capisco quale sia il senso di questa penosa messinscena quando possono portare a casa un pezzo della mia anima comprando un disco.
Cosa diresti a qualcuno che non ha mai sentito degli XTC per descrivere la vostra musica?
Direi di prendere
Apple Venus, ascoltarselo e farsi da soli un'idea. A costo di essere brutale verso me stesso direi che siamo decollati da laddove i Beatles si erano arenati.
Direi che c'è il fantasma del jazz che incombe in sottofondo, che è una musica che profuma di tutte le musiche ascoltate negli ultimi due secoli. Infine direi che descrivere la nostra musica è un'impresa impossibile.
La nostra battaglia più grande può solo essere quella di convincere la gente ad ascoltarla, ad avvicinarcisi. E' una cosa contraddittoria perché è un po' come voler convincere qualcuno a provare una droga: «Provate gli XTC anche una sola volta, siate certi che non ne potrete più fare a meno».