Alcune divergenze tra Bertoncelli e me
di Alberto M. Castagna
In risposta all'articolo di Riccardo Bertoncelli - La
stella degli XTC (alcune divergenze fra il signor Partridge e me) -
apparso su kwmusica e qui in basso riportato
Siamo grati a
Riccardo Bertoncelli e ai suoi giudizi. Siamo anche consapevoli che
nessuno, meglio di lui, ha saputo raccontare la vicenda musicale degli
XTC nell’introduzione alla monografia dell’Arcana. Abbiamo persino
condiviso, seppur parzialmente le rispettose riserve da lui espresse
all’ascolto di “AV1”. Siamo oggi, però, sostanzialmente in disaccordo
sui pesanti giudizi formulati in occasione dell’uscita di WS nella
recensione di “Musica!” e, in forma più estesa, nell’articolo
“Alcune divergenze tra Mr. Partridge e me”
(il titolo dovrebbe essere più o meno questo, cito a memoria),
pubblicato sul sito Kwmusica.
“Wasp Star” è l’album degli
XTC che stavamo aspettando da otto anni. E’ il proseguo naturale di
“Nonesuch” e non di AV1, come sostiene Bertoncelli, che vede il gruppo
adagiato su moduli molli e stantii (le espressioni sono mie, ma il senso
è quello). Personalmente, sono portato a considerare AV1 come un disco
‘solo’ di Andy Partridge, prova ne sia la defezione di Dave Gregory che
invece avrebbe contributo volentieri – sempre a parer mio – ad
arricchire ulteriormente il già colorato mondo di WS. Non capisco cosa
rimpianga veramente Bertoncelli, lamentando una freschezza e un’energia
perdute; la chiave di volta della parabola musicale degli XTC è nel loro
ritiro dall’attività ‘live’ (da quasi vent’anni!), ciò che ha reso la
loro musica più meditata, meno vincolata di prima alla base ritmica ma
proprio per questo compositivamente più articolata ed attenta alle
sfumature.
WS non è un album abbastanza
rock, lamenta in sostanza Bertoncelli. E come classificare allora brani
come “Playground”, con quell’irresistibile riff o le svisate di “My
Brown Guitar” o, ancora, “Stupidly Happy”, che sembra ammiccare ai
Rolling Stones? E come non amare “The Man Who Murdered Love” quando si
ha amato “Pumpkinhead”? E nei pur numerosi titoli citati dal critico,
come dimenticarsi di “The Wheel and the Maypole”, due-pezzi-in-uno, e
uno più bello dell’altro? Altro che: WS è un grande disco di chitarre,
chitarre rock s’intende, e con i cori che rimandano a quelli – immensi –
di “Skylarking”. Provate a confrontare gli arrangiamenti e i suoni con i
‘demo’: dove quelli di AV1 sono quasi la copia carbone gli uni degli
altri (fatta salva l’orchestra), per WS Partridge ha creato in studio un
catalogo di sonorità in perfetta linea con la tradizione XTC. Non c’è
dubbio che Dave Gregory avrebbe potuto fare moltissimo per WS: nel disco
mancano un paio di assoli in più che non guastavano, e si rimpiange il
suo ‘tocco’ negli arrangiamenti sia orchestrali che di tastiere;
possiamo immaginarlo dare suggestioni supplementari a brani già ricchi
come “Church of Women” o la citata “Wheel/Maypole”. Ma i cori dell’una e
le chitarre dell’altra, l’attacco di “Playground” (a proposito,
assolutamente di gran classe i contributi sia di Prince che di Sabo,
checché ne dica Bertoncelli), l’andamento di “Standing in for Joe”, la
voce di Moulding in “Boarded Up” (sempre più esile, va detto: e se
dovesse tornare a cantare dal vivo?), l’ironia blues di “Wounded Horse”,
tutto questo e molto altro entra di diritto nel miglior catalogo XTC. E
– ciò che conta - rinnova l’amore per il nostro gruppo preferito.
La stella degli XTC
(alcune divergenze fra il signor Partridge e me)
Articolo di Riccardo Bertoncelli da
kwmusica
Il più grande critico musicale italiano commenta l'ultimo
album della band inglese, "Wasp Star". "Di rock ne trovo poco e non sarà
certo qualche (pur pregevole) scroscio di elettricità a convincermi del
contrario. Non ci sono gli XTC schietti, diretti, maliziosi dei primi
album...".
di Riccardo Bertoncelli
Andy
Partridge è stato dunque di parola e con soli sei mesi di ritardo
rispetto alle previsioni (non sei anni, come gli sarebbe toccato
probabilmente restando alla Virgin) ha dato un seguito ad Apple
Venus con un Volume 2 intitolato Wasp Star. Dove invece ha
un po' giocato con le promesse è nella forma del disco, nel taglio, nel
feel. Se il primo album era infatti "orchustico" (copyright
dell'autore), il secondo si annunciava "eclettrico": un disco più vario
e più rock, insomma, con la scossa, sfrondato delle orchestrazioni che
avevano caratterizzato la Mela.
Il
disco è nei negozi e ognuno può farsi la sua idea. Io che ho masticato
per un mesetto la mia advance copy devo dire che ci ho provato in
tutti i modi a dar ragione al signor Partridge ma proprio non ce l'ho
fatta. Qua di rock ne trovo poco e non sarà certo qualche (pur
pregevole) scroscio di elettricità a convincermi del contrario. Non ci
sono gli XTC schietti, diretti, maliziosi dei primi album ma anche di
pagine più recenti (Peter Pumpkinhead, per esempio) che
mi ero illuso di trovare seguendo le affermazioni del leader. C'è invece
un complesso che continua a elaborare belle e masticabili armonie ma le
confeziona troppo e non sa farle volare (non vuole, in realtà) con
traiettorie semplici nella testa della gente. In altre parole, Apple
Venus e Wasp Star non sono due facce opposte della luna
XTC ma due variazioni a un tema, che è la musica anni '90 di questa
band; e alle mie orecchie viziate da vent'anni di canzoni prodigiose &
stravaganze & dolce humour questa musica suona troppo sofisticata,
troppo "seduta" e "matura" - non lasciare che il ciccioso cinquantenne
soffochi lo smilzo fanciullino che c'è in te, Andy, non farlo!
Due particolari tecnici. Ho letto una bella
intervista di Andy P. con Todd Bernhardt sul solito, ricco sito
Chalkhills, e ho
trovato una misurata ma chiara soddisfazione per le parti di chitarra a
questo punto affidate in toto a Partridge. Io sono più critico e soffro
la mancanza degli eleganti guizzi di Dave Gregory, una perdita di cui
non ci si è lamentati abbastanza (per la cronaca, Gregory ha curato gli
arrangiamenti d'archi nel nuovo Lightbulb dei
Porcupine Tree).
Ancora più deboli le parti batteristiche. Non che siano delle schiappe
Prairie Prince né Chuck Sabo, che si alternano alle bacchette; è che i
ritmi sono tutti un po' sonnolenti, vezzosi, e non riescono a
trasmettere quel senso di energia che negli intenti l'album doveva
avere.
Dico
i miei pezzi preferiti. Dei nove di Partridge, Stupidly Happy,
I'm The Man Who Murdered Love (buona scelta come primo
singolo) e Church Of Women, che è un involontario ma
divertente montaggio di pezzettini XTC già usati; da segnalare anche
l'iniziale Playground, con la figlia di Partridge che
canta e suonicchia la chitarra. Delle tre canzoni di Moulding, suona
interessante Boarded Up, con un arrangiamento scarno,
alla Dying per intenderci, senza batteria; mentre è
un'occasione sprecata In Another Life, orecchiabile e
trascinante ma impacciata da un goffo arrangiamento rétro.
Una nota finale. Le canzoni di
Apple Venus
e Wasp Star sono vecchi files, nel computer mentale di
Andy P., creati due-tre anni fa quando gli XTC erano ancora sotto
contratto con la
Virgin; per cose
nuove, per ascoltare veramente "musica del nuovo millennio" , bisognerà
attendere che Andy e Colin finiscano il giro di promozione dell'album e
nella quiete di Swindon, nel nuovo studio di registrazione ricavato da
un vecchio garage a due posti, ricomincino a produrre demo . Sarà
per l'autunno, probabilmente. Nel frattempo, godetevi questo disco o
disprezzatelo, senza mezze misure. Lo dice Andy P.: "O Wasp Star
vi piace o sarà il più costoso frisbee che abbiate mai acquistato".