Gli
XTC sono un gruppo inglese, capitanato da Andy Partridge (chitarra) e
Colin Moulding (basso), più Dave Gregory (chitarra/tastiere), e altri
musicisti che si sono avvicendati nell'organico.
Come tutti gli esordienti, gli XTC sono stati etichettati come "nuovi
Beatles". A differenza di mille altri colleghi, loro questa qualifica se
la sono meritata. Un po' perchè a) si ispiravano davvero ai Beatles; b)
solo i pezzi dei Beatles erano così complessi e leggeri allo stesso
tempo; c) sono inglesi, hanno la faccia da bravi ragazzi e a un certo
punto hanno smesso di suonare dal vivo. Pero' non hanno mai avuto il
successo enorme dei Fab Four.
Vengono da Swindon, Wiltshire. Sono la
cosa più famosa di Swindon. Questa era l'introduzione della rubrica
Immaginazioni di questo numero. Senza togliere nulla a Colin Moulding,
Andy Partridge è senza dubbio il deus-ex-machina degli XTC, non solo per
quanto riguarda la musica. si è occupato in prima persona, ad esempio,
anche della parte visiva del progetto - quindi delle copertine -
risultando un ottimo art director.
Il suo punto di forza è un insieme di humor, leggerezza e originalità, riscontrabile in ogni occasione.
La produzione degli artwork XTC è
caratterizzata da un approccio creativo nettamente differente a seconda
che si tratti della copertina di un album o di un singolo: più elaborate
le cover dei 33 giri, più immediate e fresche quelle dei 45 giri.
Partridge non cerca (quasi) mai "corrispondenze" estetiche tra la
grafica di un lp e le copertine dei singoli a esso collegati: i 45 giri
degli XTC sono oggetti unici e, uno accanto all'altro, formano uno
straordinario caleidoscopio pop.
White Music (1978).
Il gruppo britannico debutta sul
mercato discografico nel 1977, con un paio di singoli.
Il primo è Statue Of Liberty, accompagnato didascalicamente da
una foto della stessa, mentre il secondo è già uno di quegli oggettini
preziosi che fanno la gioia dei feticisti rock.
Si intitola 3D EP
e, coerentemente, sulla copertina c'è solo una macchia, ripetuta più
volte, stampata in rosso e verde con i colori non perfettamente
sovrapposti: è la tecnica delle illustrazioni tridimensionali visibili
con gli appositi occhialini, un must della cultura pop del dopoguerra.
L’album, White Music, arriva all'inizio del 1978. Visivamente non
è molto interessante: i quattro XTC sono fotografati in posa da
nuovo-gruppo-giovane-fico, vestiti di bianco e nero, con frecce sui
pantaloni che fanno piedino ai modrevivalisti.
Un'immagine che non corrisponde per niente alla vera natura di Partridge
e compagni, e d'altra parte anche il contenuto sonoro dà appena un'idea
del progetto che sarà. Da notare che in Italia, goffamente, il disco
uscì con sulla cover il logo "Punk!", per agganciare la clientela di
Rotten e Strummer.
Da White Music viene tratto il singolo programmatico This Is
Pop?, munito invece di artwork all'altezza. A un'occhiata veloce
sembra la fotografia di oggetti comuni appoggiati su un tavolo (forbici,
cavatappi, pistola ad acqua, sigaretta, lecca-lecca); osservando meglio
si scopre che ogni oggetto forma una lettera, e che l'insieme compone
titolo e nome della band.
GO2
(1979).
La copertina di GO2, secondo
lp targato XTC, è una delle più famose ed imitate. Stavolta l’artwork è
opera dello studio Hipgnosis, famoso per la spettacolarità e
l’originalità delle immagini create per il mercato musicale. In questo
caso, invece, niente immagini: solo un lunghissimo testo, che continua
anche sul retro, che comincia con "Questa è la copertina di un disco.
Questo testo è la grafica della copertina. La grafica serve a vendere il
disco..." e continua sullo stesso tono.
È una satira sui meccanismi del marketing musicale: la Hipgnosis prende
in giro la medesima forma d'arte della grafica dei dischi, e quindi se
stessa, con beffarda attitudine post punk. Il titolo è inserito nel
testo ("...in questo caso il disco è GO2 degli XTC... "), testo
che verrà adattato a tutti i supporti che ospiteranno l'album ("This
is a CD Cover", "This is a Cassette Cover", etc.).
Viene in mente qualcosa di simile? Forse Album dei PIL?
Drums And Wires (1980).
Quando pubblicano Drums And Wires, gli XTC hanno imboccato la
strada di un pop sofisticato, confezionato secondo il loro stile, a
questo punto già piuttosto definito e quindi riconoscibile.
Hanno anche già fuori il singolo Making Plans For Nigel, uno dei
loro pezzi più famosi. La confezione del 45 giri ricorda quelle dei
giochi di società, e infatti il disegno molto semplice (fa pensare ai
fumetti di Chris Ware, oggi molto trendy) ritrae una coppia di anziani
che gioca a dadi con un ragazzo. In basso, oltre alla firma del gruppo,
c'è la scritta "made in England", tanto per ribadire qual è la vera
patria del pop. Drums And Wires, invece. sviluppa un'idea già
timidamente abbozzata in precedenza.
Già su White Music e su qualche singolo del periodo, il logo XTC
era realizzato in modo da raffigurare un volto stilizzato, in cui la X
delimita i contorni, la T forma naso e sopracciglia, la O un occhio e un
piccolo tratto di sottolineatura disegna la bocca. Qui lo stesso
concetto è realizzato in bella copia, con eleganti pennellate e colori
molto decisi (giallo, rosso, viola e verde) e decisamente - va da sé -
molto Pop.
Il corollario a 45 giri di Drums And Wires è costituito da Ten
Feet Tall, che riprende il minimalismo di This is Pop? (qui
l'immagine di un comunissimo righello giallo ripetuta dieci volte, su
fondo nero); e da Wait Till Your Boats Goes Down, dall'aspetto di
un'etichetta commerciale, che grazie al disegno di una nave collega il
blocco di uscite legate al successivo Black Sea.
Black Sea (1980).
I quattro tornano a mostrarsi in foto sulla copertina di un album, ma lo
fanno in modo molto diverso rispetto all'esordio. Sono vestiti con mute
da palombaro che sembrano uscite da un libro di Jules Verne, davanti a
un fondale dipinto, mentre sul retro c'è la stessa immagine ripresa
ovviamente da dietro. Il gusto per icone e oggetti del passato, per un
immaginario visivo rétro, è abbastanza costante nella produzione XTC,
così come l'abitudine del gruppo di presentarsi en travesti, di
solito nelle buste interne. A dire il vero anche la fotografia di
Black Sea, nelle prime edizioni era all'interno, nascosta da una
busta di carta verde su cui era stampato il titolo. Poi però la cover
fotografica, senza ulteriori credits, è diventata quella ufficiale.
A contorno, Partridge e compagni sfornano una manciata di singoli
graficamente molto interessanti. Sgt. Rock è l'omaggio
all'omonimo personaggio dei fumetti americani (grande passione di
Partridge): di conseguenza, la cover è formata da un poster ripiegato
attorno al vinile, in cui si sviluppa una storiella, appunto, a fumetti.
Towers of London ha una confezione a due strati: sulla busta in
carta è stampato il disegno stilizzato di un profilo urbano con moderni
grattacieli, mentre su una seconda busta trasparente è stampato lo
skyline classico di Londra con i suoi palazzi vittoriani. Infilando la
busta di carta in quella trasparente i due paesaggi, antico e moderno si
fondono, come succede davvero nelle città.
E ancora la città è protagonista dell'artwork di Respectable Street:
qui c'è una semplice cartina stradale di un'area urbana a cui è
sovrapposto il logo XTC, ripetuto diverse volte e ottenuto con linee
rette che si confondono con le strade della mappa. Il titolo del disco è
collocato come se fosse il nome di una delle strade.
English Settlement (1982).
Tirando ancora in ballo i Beatles, English Settlement viene
indicato spesso come il "Doppio Verde", un po' perché è uno dei vertici
degli XTC e un po' perché la grafica, molto scarna, lascia spazio al
verde piatto dello sfondo.
Il disegno che con pochi tratti definisce la forma di un cavallo bianco
sembra modernissimo, ma in realtà è vecchio di 3000 anni: si tratta,
infatti, dell'Uffington White Horse, una figura scavata nel gesso
del crinale di una collina dell'Oxfordshire (vicino a Swindon) risalente
all'Età del Bronzo. È una delle prime testimonianze di insediamenti
umani sul territorio inglese, una traccia di un antico "English
Settlement".
La copertina è ancora un orgoglioso omaggio che gli XTC tributano alla
loro terra: l'Inghilterra e il Regno Unito, ma anche i dintorni della
loro piccola Swindon.
Mummer (1983).
Pesca nuovamente nel passato il concept dell'artwork di Mummer,
il cui titolo si riferisce a una vecchia tradizione popolare
dell'Inghilterra rurale. Durante il periodo natalizio, nei villaggi,
alcuni abitanti si travestivano con stracci e pezzi di carta e andavano
nelle strade e nelle case a recitare e raccontare storielle. Il
travestimento doveva essere totale: essere riconosciuti comportava
infatti l'esclusione dallo "spettacolo".
Gli XTC si appropriano di questa vecchia usanza perché la sentono loro.
In questo periodo, infatti, l'idiosincrasia di Partridge per le
esibizioni pubbliche avrà il sopravvento e il gruppo chiuderà con
concerti e tournée per dedicarsi solo alle produzioni in studio. La vera
copertina, rifiutata e retrocessa nella busta interna, avrebbe dovuto
essere la foto in bianco e nero dei musicisti (ora tre) completamente
travestiti da surreali cavalieri di carta e stoffa. E, nel rispetto
della tradizione, sono irriconoscibili. L'artwork definitivo è molto
meno surreale ed efficace.
Dei tre mummer rimane solo un'ombra proiettata su una texture di
carta stropicciata, il tutto immerso in un giallo/verdino pastello che
pare uscito da un disco della 4AD.
Molto interessante il singolo collegato Great Fire, con un
pattern optical rosso che ricorda il movimento delle fiamme. Viene
riproposto il trucco della busta trasparente sulla quale è stampato lo
stesso motivo: sfilando la busta interna si ha così l'illusione del
movimento.
The
Big Express (1984).
Sonorità più urbane rispetto a Mummer e, coerentemente,
immaginario da rivoluzione industriale. La ruota nella foto anteriore
(nella prima tiratura la copertina era inoltre tonda e non quadrata)
appartiene a una locomotiva a vapore e il logo dipinto su un muro è
quello della Great Western Railway, compagnia ferroviaria che proprio a
Swindon aveva un grande stabilimento.
Gli XTC compaiono all'interno, travestiti da macchinisti, dentro la
vecchia locomotiva.
Skylarking (1986).
Il ritorno a sonorità pastorali (con la controversa produzione di Todd
Rundgren) è sottolineato dall'illustrazione che rimanda a un'antica e
mitica era pagana, di un giovane e una ragazza nudi intenti a suonare il
flauto. Il ragazzo ha un occhio a forma di uccello ("skylark" in inglese
significa allodola). Interessante è anche la copertina che non fu,
perché rifiutata dai discografici.
Doveva essere doppia: l'ingrandimento di peli pubici maschili su un lato
e femminili su quello opposto, con fiori di prato aggrovigliati. Secondo
Partridge avrebbe dovuto rimandare alle atmosfere erotico-bucoliche di
L'Amante di Lady Chatterley.
Rilevante il singolo Dear God (inizialmente non inserito in
scaletta ma registrato nelle stesse session), con la quasi blasfema
fotografia di una mano inchiodata a una scrivania da una penna.
Oranges And Lemons (1989).
Gli XTC gettano la maschera e omaggiano i Beatles in maniera esplicita:
l'illustrazione di copertina non può infatti non ricordare, anche
all'occhio meno esperto, un disegno di Yellow Submarine.
Il disegno, coloratissimo, è ispirato direttamente alla pubblicità di
una radio americana, realizzata nel 1965 da Milton Glaser, grafico
ultrapop famoso per almeno due sue creazioni: il lago I love NY
con l'icona del cuore e il manifesto con il profilo di Dylan in
silouhette nera con i soli capelli colorati a tinte accese.
Nonsuch (1992).
Con il terz'ultimo "vero" album uscito finora, Partridge torna a
proporre temi grafici pescati dalla vasta iconografia dell'antica
Inghilterra. In questo caso, una illustrazione tratta dal libro A
Short History Of Ewell, che raffigura il Nonsuch Palace, l'antico
Palazzo Reale che Enrico VIII, cominciò a costruire a metà del '500 nel
Surrey. Il Palazzo venne abbattuto poco più di un secolo dopo.
L'immagine stampata in oro su fondo rosso rende la copertina molto
elegante. Per la prima volta la serie dei singoli ha una grafica
coordinata all'album cui sono collegati. Del resto in quegli anni, a
parte il breve periodo Britpop, il singolo non ha più il peso specifico
e l'importanza che aveva negli anni 80, e non ha più senso curarlo
maniacalmente come un supporto autonomo.
Apple Venus Vol. 1 e Wasp Star
(1998-99).
Un po' a sorpresa, gli XTC si
ricostituiscono alla fine del millennio e producono due album gemelli
usciti a breve distanza, uno più melodico, acustico e orchestrale (Apple
Venus), l'altro più nervoso e chitarristico (Wasp Star).
Anche la grafica rispecchia questa doppia personalità. Se su Apple
Venus compare la fotografia di una piuma di pavone, su Wasp Star
un particolare dello stesso soggetto (il disegno di due quasi cerchi
concentrici rossi e blu) viene trattato digitalmente fino a renderlo una
forma astratta che può ricordare le fotografie scientifiche realizzate
al microscopio.
Il
commiato dei Duchi della Stratosfera.
Gli XTC sono uno di quei gruppi che dividono in due l'elettorato rock.
Chi li ama alla follia e chi li detesta (e li considera spocchiosi, snob
e pretenziosi).
Di qualunque fazione facciate parte, una cosa dovete riconoscerla: sono
(stati?) un gruppo tra i più lucidi e brillanti della moderna storia del
rock. Occupano un piccolo spazio, ma ben stipato di suggestioni cui -
siamo sicuri - attingeranno a piene mani ancora molti artisti a venire.
L'ultima notazione riguarda il side-project Dukes of Stratosphear.
Dopo essersi travestiti molte volte per le foto dei dischi, gli XTC, a
metà degli anni 80 si trasformano in perfetto gruppo Sixties e
pubblicano sotto la sigla The Dukes Of Stratosphear il mini 25
O'Clock e l'album Psonic Psunspot zeppi di finte hit anni 60,
filologicamente corretti, da ogni punto di vista. Grafica psichedelica
compresa.
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