Le loro canzoni sono la dimostrazione che si può
rinunciare al business. E vivere felici "altrove".
Le antologie possibili, scartabellando fra le
canzoni degli XTC, sono anche e soprattutto quelle impossibili, dove si riesce
per incanto a trovare un accordo fra stili diversi mettendo a contatto i primi
singoli (più aggressivi), da "This is pop" a "Ball and chain",
passando per "Making plans for Nigel", e le più sofosticate, eteree e
quasi metafisiche proposte dell'età matura, da "This world over" a
"The disappointed", passando per "King for a day". La
lettura trasversale della storia XTC spalanca un universo di "altri
significati". I dischi del gruppo, grandi e piccini, riusciti alla
perfezione o riusciti solo a metà, sono degli ipertesti formalmente
ineccepibili. Vi si può accedere in qualunque momento. E va letta anche la
notazione stampata in corpo sei sul retro di copertina. Sono i frutti della
libertà. La stessa del pubblico, che può eludere in qualsiasi momento la
sorveglianza dei custodi della tradizione (la scansione della vita di una band
secondo dischi ufficiali o singoli predeterminati) e decidere di percorrere la
strada dei bootleg, dei demo o dei singoli "arbitrari". Gli XTC sono
forse l'unica band in grado di offrire tali opportunità senza mai incappare in
cali qualitativi (la circolazione ad esempio dei demo di Partridge ha anticipato
la bellezza di Apple Venus vol. 1 dimostrando quando un demo può avere
già tutto della canzone finita). Intanto gli XTC finiranno domani 5 marzo un
breve tour promozionale per le radio d'America (13 date). Si era anche sparsa la
voce che Partridge e Moulding avrebbero potuto imbracciare delle chitarre. Altra
notizia (stavolta vera): Willie D., ex-Geto Boys, ha avuto il permesso di citare
il primo verso di "Dear God" in una canzone del suo nuovo album. In
origine era un bambino a cantare, vicino a Willie D. ci sarà una bambina.